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L’attenzione del Forex si concentra sui dati degli Stati Uniti

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Mar 4, 2016, 11:24 GMT+00:00

Tutta l’attenzione sarà concentrata sul rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti, che verrà pubblicato durante sessione di oggi e che sarà indicativi

L’attenzione del Forex si concentra sui dati degli Stati Uniti

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Tutta l’attenzione sarà concentrata sul rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti, che verrà pubblicato durante sessione di oggi e che sarà indicativi dell’andamento dell’economia. La recente pubblicazione del Beige Book da parte della Federal Reserve ha riacceso le preoccupazioni sul fatto che l’America stia viaggiando controvento. Questa settimana è stata estremamente impegnativa per il dollaro, che ha conosciuto ribassi su vasta scala. Quello che risulta essere di maggior interesse è che tali deprezzamenti si sono verificati nonostante un incremento nei rendimenti dei buoni del Tesoro registrato questa settimana.

I dati sull’economia statunitense non sono stati completamente negativi, ma nemmeno pienamente soddisfacenti. Inoltre, col dollaro mossosi in rialzo allo stesso ritmo delle settimane precedenti, gli  investitori stanno mostrando cenni di stanchezza sulla necessità di trattenere la liquidità in vista della publlicazione dei dati sulle buste paga del settore non agricolo e della decisione del Fomc sul tasso di interesse. Non ha aiutato, poi, che gli analisti di JP Morgan diano 1 a 3 una possibile recessione negli stati Uniti. Gli economisti della Markit hanno avvisato che, qualora la Fed decidesse di portare avanti una politica espansiva, “ci si potrebbe attendere un peggioramento della situazione, dato che il numero di nuove imprese si è ridotto.” Pesano anche le affermazioni del presidente della Fed di Dallas, Kaplan, il quale ha dichiarato che, nel dubbio, è meglio aspettare prima di alzare i tassi.

Il dollaro è sceso di 61 punti nella sessione di oggi per essere negoziato a quota 97,59. L’euro, invece, grazie ad alcuni dati economici positivi pubblicati giovedì, si è mosso in rialzo di 91 punti. Le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono crescite dello 0,4%, mentre i dati relativi all’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi e quello composito hanno superato le aspettative.

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Nel mese di febbraio, si è assistito a un’intensificazione della pressione deflazionistica nell’area dell’euro che, a sua volta, ha intensificato le pressioni sul presidente della Bce, Mario Draghi, affinché questo mese venga incrementata la politica di stimoli

L’indice composito Markit dei direttori degli acquisti è sceso a 53 dopo il 53,6 registrato a gennaio. Nonostante sia un risultato superiore alle aspettative, rimane comunque il dato più basso registrato negli ultimi 13 mesi. L’indice Markit sul livello dei prezzi alla produzione del settore manifatturiero e dei servizi è sceso al di sotto della quota chiave di 50.

Il rapporto ha, inoltre, registrato una frenata della crescita in tutta la regione. In particolar modo, il tasso di crescita sembra essersi un po’ ridotto in Germania, in Italia, in Spagna e in Irlanda. La Francia ha sperimentato una contrazione in tal senso per la prima volta dopo un anno, hanno affermato gli analisti di Markit.

“Un malcontento diffuso accresce le possibilità di un atteggiamento aggressivo da parte della Bce volto ad evitare un’altra recessione” ha affermato Chris Williamson, un economista di Markit. Il rallentamento delle attività commerciali, un basso tasso di assunzioni e un calo nel livello dei prezzi “indica che la ripresa della regione sta tardando a verificarsi”.

In Asia, nella giornata di giovedì, i mercati sono stati abbastanza attivi. Il dollaro neozelandese ha toccato un nuovo record settimanale, nonostante le preoccupazioni legate ai deboli dati sull’occupazione provenienti dagli Stati Uniti, che potrebbero rallentare il ritmo dell’innalzamento dei tassi di interesse. Il dollaro neozelandese ha toccato un massimo di 0,6755. Nell’ultima sessione, la coppia  AUD/USD ha subito un lieve ribasso, portandosi a quota 0,7355. Nonostante questo piccolo passo indietro, il dollaro australiano continua a segnare un record di guadagni che non si vedeva dallo scorso maggio.  Il dollaro australiano si é infatti impennato del 7,8% rispetto a gennaio 2015, un dato che sicuramente sta causando preoccupazioni nella Rba. Ray Attrill, vice direttore della strategia per Forex presso la National Australia Bank, ha affermato che i dati positivi sulla crescita economica, che mostrano un’espansione del 3% nel 2015, sono alla base di questa impennata. Questi dati sono stati, peraltro, accolti molto positivamente dai mercati esteri.

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La domanda si è quindi incanalata verso le borse australiane, ha poi aggiunto Attrill, mentre il rialzo dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio e del minerale di ferro, stanno supportando l’andamento del dollaro australiano

Sulla piazza di Tokyo, il dollaro si è mosso al rialzo portandosi a quota 113 yen, dopo che i dati sull’economia americana hanno dipinto una situazione abbastanza positiva e la maggior parte delle borse asiatiche hanno guadagnato terreno, facendo quindi diminuire la domanda di yen, valuta rifugio per eccellenza. Nonostante i dati sugli indici dei direttori degli acquisti abbiano accresciuto l’ottimismo relativo all’economia americana, i trader attenderanno prima di spingere il dollaro in rialzo sullo yen almeno fino a quando non vedranno le loro aspettative confermate dai dati ufficiali sull’occupazione negli Stati Uniti, attesi per oggi.

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