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I dati incoraggianti sull’ISM del settore manifatturiero provocano un rimbalzo del dollaro

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Apr 1, 2016, 16:49 GMT+00:00

Venerdì, in seguito alla pubblicazione del rapporto USA sulle buste-paga dei settori non agricoli per il mese di marzo, il dollaro registra una

I dati incoraggianti sull’ISM del settore manifatturiero provocano un rimbalzo del dollaro

Venerdì, in seguito alla pubblicazione del rapporto USA sulle buste-paga dei settori non agricoli per il mese di marzo, il dollaro registra una prestazione in chiaroscuro contro un paniere delle principali valute. Il rapporto segnala un incremento di 215.000 posti di lavoro, leggermente sopra i 205.000 stimati; la lettura del mese precedente è stata rivista al rialzo da 242.000 a 245.000 unità. Il tasso di disoccupazione registra però un incremento inaspettato passando dal 4,9% al 5%, mentre il salario medio orario sale dello 0,3% (mese su mese).

I dati di oggi non mutano il quadro economico delineato dal presidente della Federal Reserve Janet Yellen. Nonostante un mercato del lavoro in via di miglioramento, la Fed con ogni probabilità rimarrà “prudente” e alla riunione di aprile si esprimerà a sfavore di un incremento dei tassi. I trader del dollaro USA hanno colto la palla al balzo per effettuare le prese di beneficio contro alcune valute come il dollaro australiano, il dollaro neozelandese e la sterlina britannica, estendendo le perdite contro euro e yen giapponese.

Il rapporto sull’ISM del settore manifatturiero supera le aspettative attestandosi a 51,8, mentre i prezzi pagati effettuano un balzo a 51,5, contribuendo a sostenere il biglietto verde.

In seguito al rilascio dei dati sull’occupazione la coppia GBP/USD afonda a quota 1,4179, in ribasso di 0,0180 (-1,25%). A inizio sessione sono stati pubblicati i dati sul PMI nel Regno Unito che nel mese di marzo si muove in rialzo raggiungendo quota 51, sopra il minimo degli ultimi 34 mesi toccato nel mese di febbraio ma al di sotto del 51,3 stimato. Pesa sulla sterlina anche il clima di preoccupazione in vista del referendum del 23 giugno, che deciderà le sorti del Regno Unito come membro dell’Unione Europea.

Dopo un’impennata ai massimi degli ultimi 5 mesi e mezzo in scia alla rilascio dei rapporto sull’occupazione, le prese di beneficio si abbattono sulla coppia EUR/USD spingendola un netto ribasso. L’azione del prezzo ha anche azionato diversi ordini di sell stop, alla luce di un pattern grafico potenzialmente ribassista.

Su Comex i trader di future sull’oro con scadenza a giugno accolgono con favore i dati sull’occupazione USA e ancor meno quelli sull’ISM del settore manifatturiero, e manifestano il proprio disappunto vendendo i contratti future. L’oro chiude in ribasso di $ 21,20 (-1,72%) scivolando a $ 1214,40; pesa anche il rimbalzo del dollaro USA. Un possibile miglioramento dello stato di salute dell’economia statunitense e la possibile posticipazione dell’intervento sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve hanno contribuito ad alimentare la pressione di vendita.

Anche il mercato del greggio finisce col subire il rafforzamento del dollaro, ma il fattore negativo più influente è il timore crescente che un possibile congelamento della produzione possa non arginare l’eccesso di offerta globale.
I trader hanno anche reagito negativamente al rapporto secondo il quale l’Arabia Saudita sarebbe disposta a congelare la produzione solo se faranno altrettanto gli altri principali produttori. L’Iran ha fatto sapere che parteciperà alla riunione fra paesi produttori Opec e non che si terrà il 17 aprile, ma che non è disposto ad accettare un congelamento della produzione.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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