I dati economici positivi favoriscono una giornata di scambi tranquilla

L’oro – come spesso avviene – guadagna leggermente terreno nel corso della sessione asiatica: dopo il netto tonfo di mercoledì, sale in rialzo di 1,50$ raggiunge quota 1071,50. I dati sull’economia USA pubblicati ieri confermano l’ipotesi di aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed alla riunione di dicembre. Adesso ci si chiede però in che misura e in quali tempi la Fed deciderà di procedere: Goldman Sachs prevede quattro incrementi dei tassi entro la fine del 2016. Il dollaro USA guadagna terreno e si muove sopra la soglia dei 100 per gran parte della giornata per poi scendere a quota 99,83 in vista delle vacanze, in seguito all’ondata di vendite e alla chiusura delle posizioni effettuate a fine sessione prima di partire per le vacanze.

Nel mese di ottobre negli Stati Uniti gli ordini industriali di beni durevoli, sostenuti da un forte incremento della domanda di grandi aeroplani a scopo commerciale, sono rimbalzati registrando il primo incremento degli ultimi tre mesi. Nel frattempo nella settimana prima del Giorno del Ringraziamento il numero di persone che ha richiesto un sussidio di disoccupazione negli Usa è sceso di 12.000 unità attestandosi a 260.000, un conferma della continua ripresa del mercato del lavoro.

I dati di mercoledì lasciano presagire un aumento dei tassi del mese di dicembre, anche perché “offrono una valutazione positiva sul quadro occupazionale, e questo significa che venerdì prossimo il rapporto sull’occupazione nel mese di novembre potrebbe indicare un incremento di 200.000 posti di lavoro”.

Mercoledì l’interesse nei confronti di beni rifugio si è attenuato: è ora evidente che a risolvere il contenzioso tra Turchia e Russia sarà la diplomazia e non la guerra. Martedì l’oro si muove in rialzo, allontanandosi dal minimo di sei anni dopo l’abbattimento vicino al confine con la Siria di un aeroplano russo da parte del Turchia, evento che ha accresciuto un clima di incertezza geopolitico alimentando interesse nei confronti dell’oro e di altri investimenti percepiti come bene rifugio nel corso di conflitti.

Per quanto riguarda gli altri metalli, il palladio sale a $ 9,80 scambiato a 560,30 $ l’oncia, mentre il platino sale a $ 6 (+0,5%), attestandosi a $ 849,50 l’oncia.

Il rame si è allontanato dai minimi salendo a 2.080, ij rialzo di 28 punti in quanto i trader hanno approfittato dei prezzi bassi e dei dati positivi dagli Stati Uniti per sostenere il metallo. Il rame ieri era precipitato, trascinato in ribasso da un dollaro forte, chiudendo in ribasso dell’1% a $ 2,049. Un dollaro più forte esercita una pressione su rame, denominato nella valuta degli Stati Uniti e, quando il dollaro sale, diventa più costoso per i compratori stranieri.

I prezzi del metallo da inizio anno sono in calo intorno al 28 %, pagando la forza del dollaro e un rallentamento economico in Cina, il più grande consumatore mondiale di rame. Anche se il rame è ora ai minimi da più di sei anni, i trader sono cauti.