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I commenti accomodanti da parte della Banca d’Inghilterra affondano GBP/USD

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Nov 6, 2015, 00:25 UTC

Giovedì la coppia GBP/USD rompe in ribasso: la Banca d'Inghilterra ha infatti deluso coloro che sperano nell'aumento dei tassi di interesse nel febbraio o

I commenti accomodanti da parte della Banca d’Inghilterra affondano GBP/USD

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Giovedì la coppia GBP/USD rompe in ribasso: la Banca d’Inghilterra ha infatti deluso coloro che sperano nell’aumento dei tassi di interesse nel febbraio o marzo 2016, lasciando invariato il tasso di interesse di riferimento allo 0,50% e accompagnando la decisione con un annuncio piuttosto accomodante, dal quale si desume che i tassi di interesse difficilmente saranno aumentati prima della fine del 2016.
La BoE prevede che, anche lasciando invariato il costo del denaro per tutto il 2016, il tasso di inflazione, ora vicino allo zero, aumenterà solo lentamente. Dai verbali della Banca centrale si evince che questo mese solamente un membro del comitato di politica monetaria, Ian Mc Cafferty, ha votato a favore di un aumento dei tassi, quando invece gli altri otto membri hanno votato per il mantenimento dei tassi di interesse ai minimi storici.

Se alle dichiarazioni accomodanti della BoE si dovesse aggiungere venerdì un rapporto Usa sulle buste paga dei settori non agricoli superiore alle aspettative, potremmo osservare un ulteriore rottura ribassista.

Giovedì le azioni di copertura short e gli aggiustamenti di posizione in vista del rapporto sull’occupazione hanno contribuito a sostenere la coppia EUR/USD. L’euro ha ceduto terreno contro il dollaro USA a causa di un probabile rialzo dei tassi da parte della Fed a dicembre e in scia alle aspettative di ulteriori misure di stimolo da parte della Banca Centrale Europea.
All’inizio della settimana il presidente della BCE Mario Draghi ha ribadito che una decisione sulla necessità di fare ricorso a ulteriori misure di stimolo sarà presa in occasione della prossima riunione del 3 dicembre.

Giovedì su Comex i future sull’oro con scadenza a dicembre, spinti in ribasso dal rafforzamento del dollaro USA, rimangono vicini al minimo mensile. Il dollaro si muove in rialzo alla luce di un probabile aumento dei tassi da parte della Fed prima della fine dell’anno. Da quanto la Fed – il 28 ottobre – ha rilasciato una dichiarazione di politica monetaria orientata a una politica restrittiva, dalla quale si desume un probabile aumento dei tassi nel mese di dicembre, l’oro è rimasto sotto pressione. Prima dell’annuncio, gli investitori attribuivano ad un aumento nel mese di dicembre una probabilità del 30%, ma in seguito alla dichiarazione le probabilità sono passate al 50%.

Ieri il presidente della Fed Janet Yellen ha sostenuto che gli Stati Uniti sono pronti per un aumento dei tassi di interesse e che i dati su lavoro e inflazione rendono più che plausibile un aumento dei tassi nel mese di dicembre. Il presidente della Fed di New York William Bradley ha ribadito quanto già espresso dalla Yellen, affermando che un aumento a dicembre “è una possibilità concreta, ma occorrerà vedere cosa dicono i dati”.

Dopo le dichiarazioni della Yellen, le probabilità di un rialzo dei tassi sono passate rapidamente al 60%.

I future sul petrolio greggio con scadenza a dicembre estendono l’ondata di vendite iniziata mercoledì con il rilascio del rapporto settimanale sulle scorte della agenzia d’informazione sull’energia USA (EIA). Secondo la EIA, nella settimana conclusasi il 31 ottobre le riserve di greggio sarebbero aumentate di 2,85 milioni di barili, un dato sostanzialmente in linea con le aspettative.
I trader hanno perlopiù deciso di ignorare le notizie di uno sciopero in Brasile e di una interruzione dei rifornimenti negli Stati Uniti e in Libia, notizie che a inizio settimana avevano invece sostenuto il mercato. Le importazioni sono scese ai minimi dal 1991, ma questo non sembra impressionare i trader in misura sufficiente da fermare la pressione di vendita. Secondo Reuters, un documento interno dell’Opec prevedrebbe per i prossimi anni un calo di domanda di petrolio.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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