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I Colloqui Sul Greggio Attirano Numerosi Titoli Di Stampa, Ma Non Mostrano Progressi

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Feb 19, 2016, 10:43 UTC

Dopo i numerosi incontri tra l'Arabia Saudita e gli altri produttori di greggio, tra cui segnaliamo Russia e Venezuela, i prezzi del combustibile

I Colloqui Sul Greggio Attirano Numerosi Titoli Di Stampa, Ma Non Mostrano Progressi

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Dopo i numerosi incontri tra l’Arabia Saudita e gli altri produttori di greggio, tra cui segnaliamo Russia e Venezuela, i prezzi del combustibile continuano a dominare i titoli mondiali. L’Iran si è rifiutato di ridurre o mettere in discussione le quote di mercato poiché nel mese di dicembre ha riacquistato il suo potere a seguito della revoca delle sanzioni occidentali. Il greggio perde 19 centesimi nella sessione asiatica poiché i trader hanno avviato una prenotazione di profitti sulla scia del netto rialzo postato nel corso della settimana. Il combustibile é scambiato a 30,58$. Nonostante la volatilità del prezzo, il greggio WTI rimane all’interno di un range di trading piuttosto limitato. Il Brent é negoziato a 34$.

La riunione tra i produttori di petrolio ha suscitato numerose agitazioni del mercato e dei titoli di stampa, tuttavia, non sembra portare da nessuna parte. Stando a quanto riferito dall’Agence France-Presse, che ha citato il ministro degli esteri saudita Adel al-Jubeir, l’Arabia Saudita “non é pronta” ad apportare un taglio della produzione.

In un intervista rilasciato alla AFP, al-Jubeir ha dichiarato: “Se gli altri produttori sembrano essere intenzionati a limitare o congelare la produzione in eccesso l’Arabia Saudita non é disposta a tagliare la sua produzione.

“La questione del greggio sarà delimitata dalla domanda, dall’offerta e dalla forza di mercato. Il regno dell’Arabia saudita vuole proteggere la sua quota di mercato”. negli ultimi tre giorni i prezzi del combustibile hanno postato un rialzo del 14% sulla scia del progetto intrapreso da Arabia Saudita e Russia, approvato senza impegno dall’Iran che potrebbe congelare la produzione ai massimi di gennaio.

Il programma di congelamento russo-saudita, a cui si uniscono Qatar e Venezuela, é il primo accordo in quindici anni tra l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i membri non appartenenti all’Opec.

Secondo un analista porre dei limiti ai produttori di greggio non é possibile quanto viene pompata una quantità record di combustibile.

Secondo Josh Mahoney, un analista di mercato dell’IG, con sede a Londra: “Questa decisione di congelare la produzione é una trovata pubblicitaria” l’esperto aggiunge:” Anche se dovessimo assistere ad un tipo di congelamento, cosa c’é da aggiungere se tutti si attaccheranno ad esso?”

E’ facile per i principali produttori di petrolio dire all’Iran di congelare la produzione quando gli stessi continuano a pompare greggio a livelli record. La produzione iraniana é stata colpita dalle sanzioni occidentali, sanzioni che sono state rimosse dopo l’accordo sul programma nucleare raggiunto con gli Stati Uniti.

Secondo Mahoney l’accordo potrebbe essere raggiunto solo dopo che la produzione iraniana si stabilizzerà in prossimità dei livelli antecedenti alle sanzioni. “L’idea di arginare l’offerta di greggio a livelli record non sembra una buona strategia per innescare un rialzo dei prezzi”.

A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come nell’ultimo anno i prezzi del combustibile abbiano postato un calo di oltre il 52%.

Mahoney ritiene che l’incontro dovrebbe avere come obbiettivo un taglio della produzione piuttosto che in congelamento, tuttavia, é difficile immaginare uno scenario in cui venga ridotta la produzione. “Penso che l’Arabia Saudita abbia un piano e che stia cercando di attenersi ad esso. Il paese sta pompango la stessa quantità di greggio che intende mantenere.”

L’Agenzia internazionale per l’energia prevede che nel 2016 la domanda globale di greggio si attesterà in prossimità dei 96 milioni di barili giornalieri, sebbene verso la fine del 2015 la produzione abbia oltrepassato i 97 milioni di barili giornalieri.

La produzione di greggio russo potrebbe postare un calo del 14% nei prossimi 5 o 10 anni secondo lo scenario peggiore elaborato dal Ministero dell’Energia.

Stando a un servizio stampa del Ministero dell’Energia inviato giovedì via mail in risposta al rapporto del quotidiano Vedomosti, la produzione di greggio dovrebbe scendere a 460 milioni di tonnellate (9,2 milioni di barili giornalieri) tra il 2020 e il 2025 contro i 534 milioni di tonnellate dello scorso anno prima di mostrare una leggera ripresa. Lo scenario peggiore preparato per la strategia energetica a lungo termine della nazione prevede che i prezzi del greggio rimangano tra i 31$ e i 33$ per il 2016 e il 2017 postando un rimbalzo nel 2020 che potrebbe proiettare il mercato verso i 42$.

Lo scenario peggiore presuppone un calo della domanda proveniente dalla Cina  e dalle altre nazioni asiatiche sulla scia di un rallentamento economico, un incremento della produzione a basso costo da parte del Medio Oriente e un aumento della produzione di scisto degli Stati Uniti, congiuntamente ad un maggior pompaggio di greggio a seguito delle svalutazioni monetarie che potrebbero condurre ad un taglio dei costi di produzione. Un’altro fattore che potrebbe incidere negativamente sul futuro del greggio potrebbe essere l’assenza di una gestione influente da parte dei principali attori del mercato”.

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