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Gualtieri e coronavirus Italia: useremo flessibilità Ue per indennizzi imprese

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Feb 27, 2020, 09:24 UTC

Gualtieri e coronavirus Italia: useremo flessibilità Ue per indennizzi imprese

Gualtieri

In Italia la lotta al nuovo coronavirus (Covid-19) si è da subito spostata sul piano economico, non solo lo stop alle imprese dell’area rossa in Lombardia, ma anche le ricadute sulle esportazioni e sul turismo proveniente dall’estero, stanno colpendo duramente il nostro Paese ora oggetto di chiusure da parte di alcuni Paesi europei e non.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri assicura che il sistema produttivo italiano riceverà gli aiuti necessari, attraverso quella che è la flessibilità data dall’Unione Europea nei casi di emergenza eccezionale come questa.

L’Italia, quindi, in deroga al patto di stabilità, potrà effettuare spese extra che non le saranno computate dalla Commissione Ue in sede di valutazione annuale del bilancio nazionale.

Misure economica in Italia anti-coronavirus

Già questa settimana Gualtieri promette che sarà varato un decreto legge con un primo pacchetto di aiuti e un secondo decreto arriverà la prossima settimana.

Alcune misure sono invece già state prese senza decreto legge, perché previste dalle leggi già varate in passato, come la sospensione del pagamento dei tributi e dei mutui nelle zone rosse colpite dal nuovo coronavirus.

Parlando a Radio 24, il ministro dell’Economia ha detto di essere consapevole che servono altre misure che aiutino “tutti i settori direttamente colpiti dagli effetti economici del (nuovo, ndr) coronavirus anche al di fuori dei territori interessati, penso ad esempio al turismo ma non solo.

Il governo punta ad agevolare le persone e le imprese direttamente colpite rinviando qualsiasi adempimento fiscale.

Nel secondo decreto si penserà alla liquidità delle Pmi potenziando il fondo di garanzia con ulteriori 50 milioni di euro, mentre l’export riceverà 350 milioni di euro di sostegni economici.

Prevista anche l’estensione della Cassa integrazione con un finanziamento “molto significativo”.

Le stime sulle perdite economiche

Cosa rischia l’Italia da un punto di vista economico? Quali ricadute avrà il nuovo coronavirus sull’economia nazionale già provata? Tutti se lo chiedono, ma ovviamente il ministro Gualtieri dice che è presto quantificare ora.

Presto perché non sappiamo quanto durerà l’emergenza e quanto profonde saranno le ricadute.

Le stime di Confcommercio

Confcommercio ha voluto essere meno prudente del ministro Gualtieri e una stima sull’impatto del nuovo coronavirus sul Pil italiano ha voluto già realizzarla.

Secondo Confcommercio la riduzione del Pil nel 2020 potrebbe attestarsi sul -0,4% se l’emergenza dovesse protrarsi oltre aprile-maggio.

L’associazione dei commercianti fa notare che tra marzo e maggio sono previste in Italia 21 milioni e 700 mila presenze pari a 2,65 miliardi di euro di valore. Sono le presenze già prenotate nel settore turistico.

Confcommercio teme che 20mila persone nei pubblici esercizi possano perdere il lavoro. Per questo motivo ha richiesto “il riconoscimento, a livello nazionale, dello stato di crisi”.

La paura è che la crisi si faccia sistemica e porti al tracollo anche di quei settori che in Italia stanno praticamente reggendo l’economia.

I settori strategici nazionali colpiti dal nuovo coronavirus

Ad essere pesantemente colpiti dall’emergenza scatenata dal nuovo coronavirus sono proprio i settori diventati negli ultimi decenni strategici per l’Italia.

In primis il turismo, che in molte grandi città e territori italiani nel corso degli anni si è evoluto ed ha saputo dare una risposta alla chiusura delle fabbriche che se ne andavano all’estero per pagare meno la manodopera.

Il turismo è oggi un settore dell’economia strategico per l’Italia, al pari della produzione dell’acciaio.

Il settore della moda rischia di entrare in crisi a causa del calo di esportazioni, ma è nel suo complesso tutto il Made in Italy a temere. La riscoperta del fatto in Italia ha fatto nascere numerose imprese in territori dove c’era il nulla o dove le fabbriche avevano chiuso.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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