Nel corso della sessione asiatica, dopo le forti perdite di mercoledì verificatesi in seguito alla pubblicazione del rapporto settimanale sulle scorte
I dati settimanali entrano in contrasto con le puntate rialziste effettuate in vista di un’eventuale iniziativa da parte dell’Opec a sostegno dei prezzi, in occasione della riunione di questa settimana. Mercoledì e a inizio giornata e il mercato si è mosso in rialzo per un breve lasso di tempo in scia alle notizie dall’Iran stando alle quali la maggior parte dei membri dell’Opec auspicherebbero un taglio della produzione. Il barile ha lasciato sul terreno 1,91$ (-4,6%) attestandosi a 39,9$, facendo registrare la più forte flessione giornaliera dal 12 ottobre.
Nel corso della tarda mattinata e nel pomeriggio il mercato si è mosso in costante ribasso in seguito alla pubblicazione del rapporto della EIA che registra un incremento di scorte per la 10ª settimana consecutiva, quando erano in molti a prevedere una contrazione. In aumento anche le riserve di benzina e distillati, che contribuiscono – secondo i dati Citigroup – a spingere le riserve complessive di combustibili USA al nuovo massimo pari a 2004 miliardi di barili.
I nuovi dati hanno permesso di stroncare sul nascere una ventata di ottimismo legata alla riunione dell’l’Opec di questa settimana. I prezzi si sono mossi brevemente in rialzo guadagnando terreno in vista del rapporto sulle scorte in seguito alla diffusione di notizie dall’Iran secondo le quali un inviato del paese all’Opec avrebbe affermato che la maggior parte dei membri auspicano un taglio della produzione per sostenere i prezzi.
I dati sulle scorte di mercoledì e l’andamento del prezzo del mercato evidenziano quanto poco sia cambiato dal 2014. Entrambi i benchmark del petrolio greggio hanno perso circa 40% rispetto allo scorso anno rimanendo per mesi sotto la soglia dei 50$. Nonostante i bassi prezzi, gli esportatori continuano estrarre petrolio vendere una quantità maggiore nel tentativo di conservare la propria quota di mercato. La concorrenza fra i tradizionali paesi esportatori e i paesi produttori in crescita nelle altre parti del mondo non sembra rallentare.
Le azioni il settore del petrolio e del gas sono scese molto più degli altri mercati. Le azioni del comparto energetico dell’indice Standard and Poor’s 500 cedono il 3,1% rispetto all’1,1% del mercato nel suo complesso. Il prezzo del petrolio è rimasto in rosso per tutto il giorno, con un’accelerazione delle perdite nel pomeriggio dopo la pubblicazione del rapporto sulle riserve di petrolio greggio da parte del Dipartimento dell’Energia USA che segnala un incremento di 1,2 milioni di barili, a fronte di una leggera flessione prevista dagli analisti.