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Greggio In Ribasso Poiché L’Iran Proroga La Scadenza Mentre I Trader Hanno Gli Occhi Puntanti Sui Rapporti D’inventario API & EIA

Da
Barry Norman
Aggiornato: Apr 1, 2015, 16:53 GMT+00:00

I trader del greggio si stanno preparando ad un nuovo mese di elevata produzione, bassa domanda e bassa capacità di stoccaggio.  Il greggio si muove

Greggio In Ribasso Poiché L’Iran Proroga La Scadenza Mentre I Trader Hanno Gli Occhi Puntanti Sui Rapporti D’inventario API & EIA

Greggio In Ribasso Poiché L'Iran Proroga La Scadenza Mentre I Trader Hanno Gli Occhi Puntanti Sui Rapporti D'inventario API & EIA
I trader del greggio si stanno preparando ad un nuovo mese di elevata produzione, bassa domanda e bassa capacità di stoccaggio.  Il greggio si muove ulteriormente in ribasso nella sessione asiatica ed  è scambiato a 47,26$ poiché i negoziati con l’Iran proseguono positivamente. Questa mattina, anche il Brent si muove in ribasso ed è negoziato a 54.94$. Il greggio si muove all’interno di un range di trading piuttosto limitato poiché i trader attendono di conoscere l’esito delle trattative sul programma nucleare iraniano, trattative che potrebbero concedere all’Iran una maggiore esportazione di oro nero incrementando così la già eccessiva sovrabbondanza di greggio mondiale. I prezzi postano un ribasso mensile mostrando un eccesso dell’offerta e una ormai più che limitata capacità di stoccaggio negli Stati Uniti. Nel mese di marzo i prezzi del greggio perdono il 4,3% chiudendo il trimestre con un calo del 10,6%. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare, come il greggio abbia subito le pressioni dell’ultimo rapporto EIA, rapporto che ha mostrato un ulteriore incremento delle scorte di greggio statunitensi, e come un dollaro statunitense in costante ascesa continui a gravare sul mercato. Ad aggiungere pressione sui prezzi le speculazioni di un possibile accordo tra l’Iran e l’Occidente, accordo che potrebbe abolire le sanzioni precedente imposte sul greggio iraniano.

Molti nel mercato petrolifero temono una possibile riduzione delle sanzioni poiché l’Iran detiene circa il 10% delle riserve mondiali di greggio e quasi un quinto delle riserve globali di gas, pertanto potrebbe aumentare la produzione e le  esportazioni.

Matt Smith, analista delle materie prime presso Schneider Electric ha dichiarato: ” Arrivati a questo punto, sembra che loro stiano rinviando l’argomento chiave del dibattito, non sono capaci di raggiungere un compromesso e continueranno a prendere tempo fino al 30 giugno”. Ricordiamo  come il 30 giugno sia il termine massimo fissato per il raggiungimento di un accordo definitivo.

L’Iran potrebbe avere in deposito un inventario considerevole di greggio, scorte pronte per essere rilasciate non appena verranno revocate le sanzioni, tuttavia, la verità é che il prossimo anno assisteremo ad un ritorno graduale e prolungato della sua produzione all’interno del mercato globale. Queste le dichiarazioni rilasciate da Matt Smith.

L’Ottimismo permane poiché il ministro degli esteri russo è tornato a Losanna, in Svizzera, per prendere nuovamente parte alle trattative tra l’Iran e l’Occidente sul  programma nucleare di Teheran. Qualora si raggiungesse il suddetto accordo, l’Iran potrebbe incrementare la sua produzione di oro nero alimentando così il surplus di greggio mondiale che ha recentemente spinto i prezzi del combustibile ai minimi degli ultimi sei anni.

Ieri, i dati API hanno mostrato come, nel 2014, la produzione di greggio sia aumentata di 1,2 milioni di barili giornalieri raggiungendo gli 8,7 milioni di barili giornalieri, postando il più grande aumento da quando è iniziata la raccolta dei dati, ovvero dal 1900. Tuttavia, le preoccupazioni sembrano essere diminuite a seguito delle dichiarazioni rilasciate dalla Goldman Sachs, che ha mostrato come i prezzi del greggio potrebbero essere supportati da un possibile blocco dello stretto di Bab el-Mandeb.

Questa mattina i prezzi del gas naturale rimangono invariati a 2,641$ poiché i trader sembrano aver trovato un fondo in attesa della domanda estiva. Martedì i future del gas naturale sulla borsa di New York si muovono in rialzo sulla scia delle speculazioni che vedono un abbassamento delle temperature climatiche e un conseguente aumento della domanda, scenario che ha limitato i guadagni delle scorte di combustibile per le centrali elettriche. Secondo l’AccuWeather, tra il 4 e il 6 aprile, l’East Cost e il Mid west potrebbero registrare temperature più fredde del normale. Inoltre, stando alla media effettuata da tre analisti interpellati da Bloomberg, il rapporto governativo previsto per il 2 aprile relativo alla settimana terminata il 27 marzo, potrebbe mostrare una riduzione delle scorte di gas naturale di 8 miliardi di metri cubi. la variazione della media quinquennale per la settimana dovrebbe mostrare un calo di 22 miliardi. A tale proposito ci sembra opportuno segnalare come le scorte di gas naturale abbiano postato un calo di 71 miliardi rispetto alla stessa settimana dello scorso anno. Detto questo, ricordiamo come nella settimana terminata il 30 marzo le scorte abbiano riportato un incremento di 12 miliardi di piedi cubi postando il primo aumento da quando è iniziata la stagione del “riscaldamento”, ovvero dal mese di novembre.

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