Secondo gli analisti di Lower Manhattan il futuro di Rocca Salimbeni è legato profondamente all’esito del quesito referendario di novembre. L’Esecutivo
Secondo gli analisti di Lower Manhattan il futuro di Rocca Salimbeni è legato profondamente all’esito del quesito referendario di novembre.
L’Esecutivo tricolore si gioca una grande fetta della propria credibilità, se non l’intera partita per la riconferma: contingenza che vorrebbe poter dire proseguire il programma di riforme iniziato e visto con favore dall’UE. Diversamente, il Belpaese si troverebbe a inaugurare un nuovo corso politico economico slegato dalla recente programmazione renziana.
Il collegamento appare coerente dal momento che il Premier ha più volte sostenuto la certezza di un aumento di capitale in seno al Monte Paschi di Siena, ventilando la vicinanza delle istituzioni all’istituto toscano e ai soggetti interessati.
Soggetti interessati che non sembrano sicuri dell’evento di cui sopra.
I motivi sono diversi.
In primo luogo, ciò che non convince è la tempistica: collocare l’aumento di capitale nello stesso mese in cui avrà luogo il referendum costituzionale equivale a compiere un salto nel vuoto, operando una scelta importante senza la certezza di un chiaro orientamento politico nel merito.
Il premier Renzi ha garantito l’appoggio del Governo, ma cosa succederebbe se il rifiuto del quesito referendario lo costringesse a rassegnare le dimissioni come più volte affermato?
La banca senese si troverebbe nella difficile situazione di dover far i conti con un Governo dalle linee guida diverse e magari meno avvezzo all’ausilio politico-finanziario, ma più severo con un istituto dalle strategie ancora al vaglio della magistratura, appesantito da pesanti quote di npl e con grandi responsabilità verso i propri investitori.
Da più parti si auspica che l’aumento di capitale sia affrontato nel mese di febbraio 2017.
Ma non è tutto.
Da non sottovalutare anche le variazioni dei valori di titoli e azioni della stessa banca, situazione che spingerebbe gli investitori a vendere per evitare di trovarsi con un portafoglio più leggero con il passare del tempo. Senza considerare che dopo l’aumento di capitale ci si ritroverebbe a rivedere il proprio investimento, con il rischio concreto di perdere valore.
Ad oggi, secondo lo studio condotto da Goldman Sachs, le possibilità di una disfatta per Renzi sono del 40%.
Se così fosse, però, nonostante la spaccatura nella finanza italiana con un nuovo Esecutivo con cui rapportarsi, interverrebbe la BCE che, a corto di obbligazioni europee da acquistare, sposterebbe l’attenzione verso i Paesi periferici dell’Eurozona, tra cui l’Italia.
Da qui discenderebbe un blocco all’innalzamento dello spread tra Btp e Bund.
Rimane da attendere l’esito della vicenda.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.