Lunedì il mercato del greggio WTI si muove in ribasso estendendo le perdite della scorsa settimana che si attestavano in prossimità del 5% poiché i dati
Il mercato del greggio WTI e quello del Brent hanno aperto in rialzo dopo il rilascio del rapporto sul PIL della Cina che ha mostrato numeri più forti del previsto, tuttavia, il calo della produzione industriale e degli investimenti stranieri hanno ostacolato l’ascesa del mercato spingendolo in ribasso.
Un ribasso dei prezzi delle materie prime ha contribuito a spingere in ribasso le azioni delle società petrolifere e dei materiali responsabili. Exxon Mobil e Chevron hanno postato il calo più significativo. Exxon Mobil perde 1,66$, o il 2%, raggiungendo gli 80,82$ mentre Chevron registra un calo di 1,81$, o il 2%, per attestarsi su quota 12.06$. La più grande compagnia statunitense, la Freeport-McMoRan perde 38 centesimi, o il 3,1%, raggiungendo i 12,06$. Lunedì i principali indici azionari statunitensi oscillano tra piccoli guadagni e altrettante perdite poiché gli investitori hanno preso in considerazione le informazioni sugli utili societari e il rallentamento della crescita economica cinese. Le scorte dei prodotti energetici postano il loro più grande declino sulla scia del ribasso dei prezzi del greggio.
I dati rilasciati lunedì dalla Cina hanno mostrato come nell’ultimo trimestre la crescita economica della nazione abbia riportato un significativo rallentamento, tuttavia, la massiccia spesa dei consumatori cinesi ha evitato una profonda recessione. Negli ultimi tre mesi, conclusi a settembre, la seconda più grande economia mondiale é cresciuta del 6,9% mostrando un calo ripetto al 7% riportato nel trimestre precedente. I dati mostrano la crescita più lenta dal 2009. Gli analisti avevano previsto una crescita del 6,8%.
Stando a quanto dichiarato da Dominick Chirichella dell’Energy Management Institute in una nota ” idati cinesi mostrano come il principale motore della crescita della domanda di greggio mondiale non sia in grado di porre fine all’eccesso dell’offerta, pertanto, l’unica soluzione sembra essere quella di apportare un drastico taglio della produzione”.
Inoltre, lunedì il ministro del petrolio iraniano ha dichiarato che nei prossimi due mesi la produzione del paese dovrebbe incrementare di 500.000 barili giornalieri e che secondo lui gli altri membri Opec non ridurranno la produzione.
A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come, nonostante l’eccesso dell’offerta mondiale, gli altri mebri Opec abbiano continuato a pompare greggio a un ritmo elevato nel tentativo di difendere e guadagnare quote di mercato.
Lunedì, il ministro del petrolio iraniano, Bijan Zanganeh, ha dichiarato che non si aspetta nessun cambiamento delle politiche attuate dall’Opec. L’Iran dovrebbe incrementare la propria produzione non appena verranno eliminate le sanzioni occidentali, come previsto dall’accordo nucleare. “Noi non chiederemo il permesso all’Opec per aumentare la nostra produzione”, queste le parole di Zanganeh.
Nel fine settimana dovremmo assistere ad una riunione tecnica tra le nazioni Opece quelle non Opec, tuttavia, gli analisti non prevedono nessun taglio della produzione. “Mentre tutte le parti coinvolte desiderano il rialzo dei prezzi, nessuno é disposto a tagliare la produzione”, queste le dichiarazioni rilasciate in una nota da Adam Longson, analista di Morgan Stanley.
I future della benzina postano un calo del 3,4% per attestarsi su quota 1.2825$ al gallone. I future del diesel perdono il 2% raggiungendo gli 1.4662$ a gallone.