I mercati valutari e delle materie prime non hanno subito variazioni a causa del basso volume degli scambi, con gli investitori che attendevano
La giornata di venerdì non ha visto notizie economiche di particolare interesse: ciò significa che l’attenzione si concentrerà sui negoziati tra la Grecia e i membri dell’Eurogruppo. La Grecia è a rischio di fallimento a causa della restituzione del debito di 1,6 miliardi di euro (1,8 miliardi di dollari Usa) che deve al Fondo Monetario Internazionale per il 30 giugno. Il Fmi ha già annunciato che la scadenza del debito non verrà prorogata.
Nel corso della settimana, lo stallo tra la Grecia e i suoi creditori ha esercitato pressione sulle coppie EUR/USD, GBP/USD e sull’oro. Gli investitori hanno spostato moneta sul dollaro Usa per proteggersi in anticipo dallo scenario peggiore.
Al rialzo del dollaro hanno contribuito anche le dichiarazioni di un membro della Fed, Jerome Powell, il quale ha affermato di ritenere che la banca centrale degli Stati Uniti potrebbe innalzare i tassi non prima di settembre e, forse, nuovamente in dicembre, qualora l’economia degli Usa fosse abbastanza forte.
L’assenza di aggiornamenti sulla Grecia potrebbe tenere il mercato valutario e quello delle materie prime all’interno di una gamma di oscillazione ristretta. Più questi mercati rimangono all’interno di tale gamma, maggiore sarà la volatilità, quando gli investitori avranno informazioni certe sulla Grecia. La direzione del dollaro Usa potrebbe dettare la direzione dell’euro, della sterlina britannica e dell’oro. Un dollaro più forte si muoverebbe avrà conseguenze ribassiste per tutte e tre le attività. Un dollaro più debole dovrebbe, invece, innescare rotture al rialzo per l’euro e per la sterlina. Gli operatori short potrebbero coprire le loro posizioni sull’oro in modo aggressivo.
Per quanto riguarda le altre notizie, i contratti future sul greggio con scadenza ad agosto potrebbero terminare la settimana in ribasso. Nonostante otto settimane consecutive di diminuzione, gli investitori sono ancora preoccupati per l’elevata offerta mondiale. Ulteriori motivi di preoccupazione sono rappresentati dall’aumento della produzione da parte degli Usa e dell’Opec e dalla debolezza della domanda.
Un’ulteriore preoccupazione è costituita dalla chiusura degli impianti petroliferi. Alcuni operatori ritengono che i produttori di petrolio negli Usa possano essere tentati dalla riapertura di alcuni dei pozzi precedentemente chiusi, qualora il prezzo si mantenesse al di sopra dei 60,00 dollari Usa. Uno dei fattori maggiormente ribassisti è, infine, rappresentato dalla produzione dell’Iran.
Se, nella giornata di oggi, i negoziati tra la Grecia e i suoi creditori non dovessero sbloccarsi, allora le discussioni proseguiranno nel fine settimana. Qualora una decisione venisse raggiunta in questo margine di tempo, riteniamo ci si debba aspettare un’iniziale volatilità nella giornata di lunedì.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.