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Gli Investitori Intelligenti Iniziano Ad Acquistare Metalli di Base A Prezzi Economici

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Aug 12, 2015, 18:51 UTC

Il mercato aurifero continua a guadagnare terreno, tuttavia, le prospettive a lungo termine restano ribassiste,  l'incertezza del mercato é dovuta alle

Gli Investitori Intelligenti Iniziano Ad Acquistare Metalli di Base A Prezzi Economici

Gli Investitori Intelligenti Iniziano Ad Acquistare Metalli di Base A Prezzi Economici
Gli Investitori Intelligenti Iniziano Ad Acquistare Metalli di Base A Prezzi Economici
Il mercato aurifero continua a guadagnare terreno, tuttavia, le prospettive a lungo termine restano ribassiste,  l’incertezza del mercato é dovuta alle mosse delle agenzie valutarie cinesi che cercano di supportare lo yuan. L’oro guadagna 2,10$ ed è scambiato a 1109,80$ mentre l’argento perde 129 punti dopo il significativo rialzo di martedì. L’argento é scambiato a 15,155$ mentre il platino perde 4,25$ per attestarsi su quota 983.75$.

I prezzi del greggio e del rame si muovono in ribasso postando i minimi degli ultimi sei anni, inoltre, altre materie prime hanno riportato un calo dopo che la Cina ha deciso di svalutare lo yuan, alimentando le preoccupazioni che vedono una valuta più debole soffocare la domanda da parte del più grande consumatore mondiale.

Ricordiamo, inoltre, come il più lungo sell off settimanale della stagione estiva abbia scosso gli investitori dei metalli e i produttori, infatti, i principali mercati delle materie prime hanno postato un calo del 3% ed oltre dopo che la banca centrale cinese ha avviato una svalutazione dello yuan di quasi il 2% sulla scia di dati economici poco brillanti che hanno spinto la valuta in prossimità dei minimi degli ultimi tre anni.

Il dollaro statunitense restituisce parte dei guadagni a seguito della svalutazione dello yuan, scenario che solitamente consentirebbe di aumentare gli asset negoziati in dollari, ma vista l’importanza della domanda di materie prime da parte della Cina, gli investitori hanno trascurato qualsiasi debolezza del dollaro statunitense.

Quest’anno, il mercato aurifero ha subito le pressioni di un possibile innalzamento dei tassi di interesse degli Stati Uniti ed ha lottato duramente per rimanere al di sopra dei 1100$ da quando il 20 luglio ha invertito la sua rotta testando il  livello dei 1077$, i minimi dal 2010.  Tuttavia, la costante ricerca di un fondo da parte dei paesi esportatori incrementa l’appeal dell’oro come bene di rifugio.

Stando a quanto riportato da Matthew Turner, analista Macquiarie “l’oro sta beneficiano delle paure che vedono un nuovo round di “guerra valutaria”.

Per quanto riguarda gli altri metalli industriali e di base lo scenario é piuttosto negativo dopo le mosse della Cina. Solo questa mattina il rame perde 40 punti ed é scambiato a 2.302$. Stando a quanto riportato dal World Bureau of Metal Statistics (WBMS), nel periodo compreso tra gennaio e maggio di quest’anno, il mercato globale del rame ha registrato un surplus di 196.000 tonnellate mentre per l’intero anno del 2014 il surplus riportato era di 282.000 tonnellate.

La produzione mineraria mondiale nel periodo compreso tra gennaio e maggio si attesta su quota 7,82 milioni di tonnellate, riportando una crescita del 3,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, la produzione mondiale di rame raffinato posta un rialzo del 3,2% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 9,31 milioni di tonnellate. Nello stesso periodo, la produzione di rame raffinato cinese ha registrato un incremento di 189,000 tonnellate, numeri piuttosto elevati, mentre, nel periodo compreso tra gennaio e maggio, quella dei 28 paesi dell’Unione Europea aumenta dell’1,7%.

Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come tra gennaio e maggio la domanda globale di rame sia stata di 9,113 milioni di tonnellate, un calo marginale di quasi l’1,76% se lo confrontiamo con i 9.276 milioni di tonnellate registrate nello stesso periodo del 2014. Sempre tra gennaio e maggio, il consumo apparente cinese é diminuito di 13 mila tonnellate per attestarsi su quota  4.438 milioni di tonnellate. La domanda cinese rappresenta quasi il 48,7% della domanda globale. Tuttavia, il consumo dei 28 paesi dell’Unione Europea riporta un incremento dell’1,1% rispetto al 2014 e si attesta su quota 1.391 milioni di tonnellate.

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