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Gli avvertimenti della IEA spingono il barile ai minimi dal 2009

Da
James Hyerczyk
Aggiornato: Dec 12, 2015, 10:49 GMT+00:00

Venerdì i future sul petrolio greggio WTI con scadenza a febbraio si muovono in ribasso in seguito all'annuncio dell'Agenzia Internazionale per l'Energia

Gli avvertimenti della IEA spingono il barile ai minimi dal 2009

Venerdì i future sul petrolio greggio WTI con scadenza a febbraio si muovono in ribasso in seguito all’annuncio dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), che prevede un inasprimento dell’eccesso di offerta anche nel 2016. I future sul WTI con scadenza a gennaio per la prima volta dal 2009 scivolano al di sotto della soglia dei 36$. In base all’attuale momentum discendente, il mercato sembra dirigersi verso il minimo del 2008 a quota 32,40$.

In seguito agli avvertimenti della IEA, per la prima volta dal dicembre 2008 il Brent scende sotto i 39$ al barile. Secondo l’agenzia, la combinazione dell’eccesso di produzione e del rallentamento della crescita della domanda dovrebbero continuare a favorire l’aumento dell’offerta anche nel 2016.

“Probabilmente il consumo ha raggiunto un picco nel corso del terzo trimestre, mentre la crescita della domanda dovrebbe rallentare raggiungendo, nel 2016, gli 1,2 milioni di barili al giorno; nel frattempo viene a mancare il supporto legato al crollo dei prezzi del petrolio” sostiene la IEA nel rapporto mensile.

La IEA sostiene che il prossimo anno il tasso di crescita delle scorte potrebbe approssimativamente dimezzarsi e che è davvero improbabile che la capacità globale di stoccaggio raggiunga la saturazione.

“I timori rispetto all’eventuale raggiungimento dei limiti della capacità di stoccaggio sembrano esagerati” si sostiene. La IEA prevede nel 2016 un calo della produzione nei paesi fuori dall’OPEC; la produzione di greggio USA registra un’inversione di tendenza; i tagli alla spesa potrebbero favorire ulteriori cali di produzione.

“Ci sono prove che la strategia saudita sta iniziando a funzionare” afferma la IEA, riferendosi alla decisione del gruppo di produttori di mantenere una produzione elevata per salvaguardare le proprie quote di mercato. La scorsa settimana, l’OPEC non è riuscito a imporre un tetto massimo di produzione. Nel mese di novembre i paesi membri dell’OPEC hanno fatto registrare il più alto volume di produzione dalla fine del 2008, circa 21,7 milioni di barili al giorno.

Su Comex i future sull’oro con scadenza a febbraio ha continuato a scivolare e sono sulla buona strada per chiudere in ribasso per la settima settimana sulle ultime otto, mentre gli investitori hanno continuato a posizionarsi in vista dell’ampiamente anticipato incremento dei tassi di interesse della prossima settimana, in occasione della riunione del 16 dicembre. Tassi di interesse elevati stanno contribuendo a rafforzare il dollaro USA che dovrebbe continuare a premere sulla domanda di oro dall’estero. I trader dell’oro dovrebbero osservare l’azione di prezzo degli indici azionari, perché una forte ondata di vendite potrebbe risvegliare l’interesse nei confronti dell’oro come bene rifugio, innescando un rally di copertura short in chiusura di sessione.

Venerdì la coppia EUR / USD si muove in rialzo in seguito all’ondata di vendite di giovedì verificatasi dopo il test del livello 1,10$. L’azione di prezzo di oggi è probabilmente guidata dalla “strategia del carry trade”. Il crollo delle azioni americane sta spingendo gli investitori a liquidare le azioni e a rimborsare il denaro preso in prestito dalle banche europee.

A inizio giornata, il Targeted LTRO è stato annunciato a 18,3 miliardi contro i 7,5 miliardi previsti.

La coppia GBP / USD si muove in leggero rialzo in una gamma di oscillazione ristretta. Dal Regno Unito, la produzione del settore edile aumenta dello 0,2%, contro la stima dell’1,1%. Le aspettative sull’inflazione al consumo si attestano a 2,0%. In giornata, terrà un discorso il membro del MPC Weale.

Le vendite al dettaglio Core negli USA registrano uno 0,4%, sopra lo 0,3% previsto. Le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,2%, in linea con le stime. L’IPP è aumentato dello 0,3% contro una stima dello 0,0%. L’IPP Core si ferma a 0,3%, migliore rispetto alla stima di 0,2%.

L’indice preliminare di fiducia dell’Università del Michigan erasi ferma a 91,8, leggermente migliore rispetto al 91.3 del mese scorso, ma al di sotto della stima pari a 92,3. Le giacenze delle imprese sono allo 0,0%.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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