Alla data di ieri, 3 novembre 2015, il colosso triestino è stato espunto dalla classifica delle nove assicurazioni più importanti a livello globale, in
Alla data di ieri, 3 novembre 2015, il colosso triestino è stato espunto dalla classifica delle nove assicurazioni più importanti a livello globale, in cui era entrata a far parte a metà del 2013, come istituzione finanziaria sistemica soggetta a controllo e soddisfacimento di requisiti più stringenti stilati dal Financial Stability Board (FSB), l’organismo creato dal G20 con sede a Basilea.
Il gruppo Generali è stata rimosso in favore dell’olandese Aegon, mentre tra le 30 banche presenti, in cui la rappresentanza italiana annovera solo Unicredit, la spagnola BBVA fa posto alla cinese China Construction Bank.
Ma torniamo a noi, per capire l’iter completo che ha portato all’esclusione dalla lista.
È utile considerare che la crisi del 2008 abbia avuto effetti su ogni comparto finanziario, da qui l’idea, da parte del Comitato di Basilea, di recepire esigenze di sicurezza conferendo a queste ultime dimensione di cogenza, dando alla luce il Sifi (Systemically Important Financial Institutions), sistema per il quale sono innalzati i livelli di controllo verso tutti quegli organismi finanziari “too big to fail”; è stata stilata una lista di enti finanziari il cui fallimento comporterebbe sensibili modifiche all’assetto economico-finanziario mondiale, nel peggiore dei casi, una seconda Lehman Brothers.
Proprio questo nuovo sistema è alla base dell’esclusione di Generali dalla lista di cui sopra. Non un problema per il Gruppo, anzi.
Innanzitutto, l’azione in questione era prevista, così come sottolineato dagli analisti di Mediobanca: ”non arriva inaspettata in quanto la cessione di BSI ha aperto la strada per un’esclusione dalla lista”.
Appunto, la cessione di BSI. È opportuno andare con ordine.
BSI, Banca della Svizzera Italiana, è stata acquistata da Generali nel 1998, andando ad arricchire un impero finanziario già florido, ma donandogli ancor più solidità, oltre che efficienza rossocrociata. Nel luglio del 2014, Generali decide di vendere BSI alla brasiliana BTG Pactual per 1.7 miliardi di dollari, rendendo nota una scelta di dismissione di asset tesa alla semplificazione della propria attività, direzionata al rafforzamento del proprio core business.
A tali operazioni è seguita la richiesta, da parte del Leone, di essere rimossa dalla lista delle 30 sistemiche e, volente o nolente, il regolatore non ha potuto che seguire o eseguire la richiesta del gruppo friulano.
Secondo vari analisti, la situazione contingente può solo giovare a Generali, infatti, per gli esperti di Equita: “Ciò rappresenta un’ottima notizia perché, come nel caso delle banche Sifi, devono avere un buffer aggiuntivo di capitale”; a questi si aggiungono i pareri positivi dei team di Banca Akros e ICBPI (Istituto Centrale delle Banche Popolari), per i quali la notizia è da accogliere con favore.
Concretamente, il vantaggio si individua nell’essere sottratti ad una regolamentazione più rigida dal 2019, anno in cui le assicurazioni inserite nell’elenco del Financial Stability Board, seguiranno il trend di controllo già vigente per le banche; non solo, Generali sarà esente da preoccupazioni in tema di regolamentazione e in più, a sentire Mediobanca: “la rimozione avrà anche il vantaggio di requisiti inferiori in termini di supervisione. Nel complesso, quindi, una buona notizia per Generali e ci aspettiamo che l’azione reagisca bene a tale notizia”.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.