Come già anticipato, l’agenzia Fitch Ratings ha mosso più di un dubbio sullo schema italiano per i crediti deteriorati. Prendendo le mosse
Come già anticipato, l’agenzia Fitch Ratings ha mosso più di un dubbio sullo schema italiano per i crediti deteriorati.
Prendendo le mosse da quanto riportato ieri, partiamo subito parlando di titoli.
Secondo gli analisti stelle e strisce, il costo di ristrutturazione di detti titoli potrebbe raggiungere valori alti, con l’ovvia conseguenza di scoraggiare i gruppi bancari meno remunerativi che diverrebbero i maggiori fruitori del sistema pensato dal Governo.
Un’inversione di soggetti e obiettivi da non sottovalutare.
Ma non è tutto.
Quello che potrebbe costituire un boomerang della manovra italiana sono le garanzie governative: queste determinerebbero (e determineranno) commissioni legate al rating dei titoli strutturati, oltre ai costi del pricing fondato sui cds di un paniere di emittenti italiani finanziari e non.
Il tutto apparrebbe e appare alquanto dispendioso.
Qualche numero.
Partendo dal presupposto che il track record della cartolarizzazione delle sofferenze tricolore ospiti un’ambiguità non irrilevante, è utile riportare la grave criticità rappresentata dai recuperi aggregati. Questi hanno conosciuto una flessione di quasi 40 punti percentuale rispetto alle previsioni dei servicer, a causa della giacenza dei fondi nei tribunali italiani, pronti per essere distribuiti ai creditori.
Alla gravità di un tale fenomeno si aggiunge la crescita dei crediti deteriorati: ammontano a ben 201 miliardi (novembre 2015), pari al 12% del PIL e cresciuti di 11 punti percentuale su base annua.
Numeri che sicuramente non fanno ben sperare.
Sebbene il lavoro del Governo non sia terminato, Fitch sostiene che difficilmente potranno essere operate misure per migliorare strutturalmente la normativa sulle sofferenze.
O almeno, adesso è troppo presto per dirlo.
Come spesso accade, sarà solamente il tempo a giudicare.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.