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Fatti economici della settimana: Fed, default Russia, Hong Kong

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Mar 18, 2022, 11:29 UTC

I fatti economici della settimana 14 - 18 marzo: le decisioni della Fed, il default della Russia, le fibrillazioni alla Borsa di Hong Kong.

Fatti economici della settimana

Questa è stata la settimana del Federal Reserve System, la riunione del FOMC ha ratificato quanto già da tempo Jerome Powell diceva sulla strategia di politica monetariache la Fed avrebbe attuato nella prima parte del 2022.

Ma è stata anche la settimana del rischio default della Russia, scongiurato grazie ad alcune manovre di diplomazia che riguardano le scelte degli Stati Uniti.

La Borsa di Hong Kong nella prima metà della scorsa settimana ha perso in modo consistente come non accadeva dal 2016, solo l’intervento del governo cinese ha scongiurato ulteriori perdite e riportato il sereno.

Sono i fatti economici della settimana che va da lunedì 14 marzo a venerdì 18 marzo, la seconda metà di marzo potrebbe essere decisiva per le sorti dell’Ucraina e la pace in Europa.

Le decisioni della Fed

Soltanto un membro del FOMC ha votato per un innalzamento dei tassi di interesse di 50 punti base, mentre tutti gli altri si sono allineati alla strategia più conciliante innalzando i tassi di 25 punti base.

Per quanto riguarda il ritiro della massa monetaria aggiunta in questi anni dalla banca centrale statunitense, circa 9 mila miliardi di dollari, non sono state fornite nella due giorni di incontri tempistiche precise. È stato confermato soltanto il ritiro graduale a partire dal terzo trimestre del 2022.

La Fed resta convinta che l’inflazione si addomesticherà da sola nella seconda parte dell’anno.

Default della Russia

Già ad inizio marzo la Russia non aveva onorato un primo pagamento di prestiti ricevuti, ma le cedole scadute il 15 di marzo erano molto più sostanziose: 117 milioni di euro su obbligazioni in valuta USD.

Alcuni investitori di Taiwan hanno affermato di aver ricevuto i pagamenti, ma in Europa smentiscono di aver ricevuto qualcosa.

Il ministro delle finanze russo, Anton Siluanov, da parte sua ha dichiarato che già lunedì 14 marzo avevano effettuato il pagamento delle cedole sui due eurobond.

Le agenzie di rating come Fitch affermavano che se la Russia non avesse pagato in dollari come previsto dal contratto ma in rubli, si sarebbe trattato di un default tecnico. A quanto pare, però, la Russia avrebbe pagato in dollari. Questo perché gli USA hanno concesso alla Banca centrale russa di accedere al fondo da 630 miliardi detenuto all’estero, appunto per pagare i creditori. Una concessione necessaria perché le banche statunitensi sono molto esposte in Russia, più dell’Europa.

Nel frattempo il governo russo pare che si stia accordando con quello indiano per attingere dalla rupia. Se la notizia dovesse essere ufficialmente confermata, la moneta indiana potrebbe apprezzarsi notevolmente nei prossimi tempi.

Intanto, S&P Gobal Ratings ha rivisto al ribasso il rating del debito sovrano russo, che passa da CCC- a CC: siamo a due livelli sopra il default. La tedesca Scope Ratings ha ritirato il rating sulla Russia.

Hong Kong dalla disfatta al recupero sensazionale

La settimana per l’indice Hang Seng, il principale della Borsa di Hong Kong, era iniziata davvero male con perdite cumulate che hanno superato il -12% in più giorni.

Poi la schiarita con l’intervento di Liu He, plenipotenziario del presidente Xi Jinping che ha garantito di voler sostenere la quotazione delle compagnie nazionali all’estero e di lavorare per la stabilità dei mercati dei capitali.

Negli USA, infatti, le società cinesi quotate come ADR (American Depositary Receipts) potrebbero essere escluse dalle contrattazioni per via della guerra commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina.

Materie prime e Nickel

Concludiamo i fatti economici della settimana parlando brevemente delle materie prime e in particolare del nickel, il cui mercato è tornato all’antico con il prezzo fissato solo giornalmente e in un range di volatilità fissato al 12% rispetto al precedente dell’8%.

A causa della guerra in Ucraina, il prezzo del nickel aveva raggiunto livelli senza precedenti costringendo il London Metal exchange a chiudere le contrattazioni per una intera settimana.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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