Mentre Facebook Libra e Zuckerberg lottano con gli USA per far nascerà la stablecoin nel 2020, i Bitcoin miner guadagnano 5 miliardi di USD.
Il 2020 di Facebook Libra cosa ci dirà? La moneta digitale e decentralizzata(?) di Mark Zuckerberg davvero potrebbe cambiare il modo in cui oggi gestiamo il nostro denaro? Invieremo la paghetta settimanale ai figli via WhatsApp?
Secondo un sondaggio di The Block Crypto condotto su 106 venture capital e servizi di consulenza finanziaria specializzati in criptovalute, Facebook Libra non entrerà a far parte dei nostri account social nel 2020. Lo affermano il 67,9% degli intervistati (72 su 106) e solo il 31,1% è ottimista sul lancio di Libra coin entro l’anno (34 su 106).
Chi ha ragione? Probabilmente in questo caso la maggioranza ha ragione e i motivi sono legali più che tecnologici. Il governo degli Stati Uniti d’America, nella sua compagine politica e amministrativa attuale, non è pronta ad accogliere il cambiamento.
Il presidente della Banca centrale di Germania Jens Weidmann, ha suggerito caldamente alle banche di dotarsi di metodi di pagamento più veloci ed economici per battere sul tempo Libra coin.
Ma qui, ancora una volta, si nota una scarsa preparazione di certe cariche istituzionali nei confronti delle tecnologie digitali.
Oppure, le banche potrebbero allearsi con Zuck e proporgli una stablecoin supportata dal sistema bancario internazionale. Ma le banche sono pronte al salto culturale?
Nel mentre Zuckerberg battaglia con una amministrazione statunitense ferma agli albori di Internet, e in Europa alcuni banchieri finalmente si rendono conto che dal lancio della prima CPU 80386 sono passate almeno due generazioni, i bitcoin miner hanno guadagnato 4,89 miliardi di dollari USA nel solo 2019, ci fa sapere The Block Crypto.
Altri 146 milioni di euro sono derivati dalle commissioni sulle transazioni, per un totale di 5,036 miliardi di dollari USA.
E non sono neppure tanti, perché nel 2018 (l’anno nero dei prezzi delle crypto) i miner hanno guadagnato 5,26 miliardi di USD. Strano a dirsi, ma nel 2017 i guadagni per i miner furono appena di 3,19 miliardi di USD.
Bisogna però tenere conto che si tratta di stime e non di cifre esatte e che si basano sulla vendita immediata dei BTC guadagnati dai miners. Non sono quindi contabilizzate le vendite fatte sui ricavi di bitcoin scambiati in fasi successive al mining.
Attenzione a non farsi ingannare dai dati, perché il 2020 potrebbe essere un anno non del tutto roseo per chi vuole fare il mining. Il 12 maggio 2020 (ma era il 24 maggio fino a tre mesi fa) ci sarà un altro halving, che ridurrà il block reward da 12,5 BTC a blocco (ogni 10 minuti) a 6,25 BTC ogni blocco.
Bisognerà farsi bene in conti prima di entrare nel mining di BTC, quindi, perché entrare a cavallo dell’halving potrebbe portare a una forte delusione finanziaria e personale.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.