Il mercato aurifero guadagna quasi 3$ nella sessione asiatica seguendo quello che sembra essere un normale andamento rialzista in Asia e ribassista in
Venerdì il mercato aurifero ha visto una lieve pressione d’acquisto poiché i mercati azionari globali hanno subito l’influenza del forte ribasso dei prezzi del greggio, scenario che ha sollevato numerose preoccupazioni riguardanti un rallentamento della crescita economica mentre il dollaro statunitense perde terreno contro lo yen poiché la Banca del Giappone non sembra essere intenzionata ad incrementare la sua politica monetaria così tanto come precedentemente previsto. I mercati azionari asiatici hanno assistito ad un inizio settimana poco brillante dopo il calo di Wall Street, tuttavia, le perdite sono state limitate da una generale assenza di interesse da parte degli investitori.
La mossa riportata venerdì dal mercato aurifero ha preso piede dopo il calo del 2% postato nella sessione precedente, quando il metallo giallo ha registrato il più grande calo giornaliero degli ultimi cinque mesi sulla scia dell’Innalzamento dei tassi di interesse attuato dalla Federal Reserve degli Stati Uniti. Si tratta del primo innalzamento degli ultimi 10 anni. Le preoccupazioni riguardanti un ribasso della domanda del lingotto continuano a gettare un’ombra sul mercato limitando così ogni possibile rally del prezioso. Il FOMC ha inviato i prezzi del metallo giallo sulle montagne russe, ed ora, le previsioni degli gli hedge fund e del metallo stimano un unica direzione dei prezzi: in ribasso.
Mercoledì il presidente della Federal Reserve ha innalzato i tassi d’interesse degli Stati Uniti per la prima volta in quasi un decennio, innescando una forte volatilità dei prezzi del prezioso, la più grande volatilità degli ultimi 30 giorni, proiettando i prezzi in prossimità dei massimi delle ultime sei settimane. Anche se i trader non hanno ancora una chiara idea sulle future mosse del mercato, Robin Bhar e Barnabas Gan, gli analisti più accurati, ritengono che nel 2016 il prezioso finirà col muoversi ulteriormente in ribasso. I money manager concordano con loro, incrementando così le loro posizione nette corte e portandole in prossimità di nuovi massimi.
I metalli preziosi hanno avuto un 2015 un po’ accidentato, oscillando tra guadagni e perdite poiché gli investitori hanno cercato di misurare le tempistiche dell’innalzamento dei tassi di interesse Fed. Alcuni trader hanno ipotizzato che i prezzi potrebbero trovarsi in prossimità del fondo poiché il metallo giallo é scambiato vicino al suo costo di produzione. Quest’anno i future hanno perso il 10%. Una politica monetaria più restrittiva é stata telegrafata dai funzionari per mesi, la banca, infatti, prevede di mantenere l’aumento dei costi di finanziamento per tutto il prossimo anno.
Stando a quanto riportato dalla Chinese Banking Corp, le previsioni di un ulteriore innalzamento dei tassi di interesse nel 2016 potrebbero proiettare il metallo giallo verso la regione dei 950$ entro la fine del prossimo anno. In una mail, l’istituto di credito scrive: “L’oro rimane una vittima” della Fed”. La banca centrale americana ha detto la scorsa settimana che la previsione media dei membri del Comitato prevede l’aumento di un quarto di punto il prossimo anno. Secondo gli analisti, il metallo giallo potrebbe ritestare la regione dei 1000$ per la prima volta in sei anni rompendo così al di sotto dei sui recenti minimi registrati a 1045$.
Venerdì le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo di investimenti garantiti in oro del mondo, guadagnano il 2,98% raggiungendo le 648.92 tonnellate. Si tratta del primo incremento degli ultimi due mesi. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come la scorsa settimana le partecipazioni abbiano postato i minimi degli ultimi sette anni.