Mercoledì il mercato del petrolio greggio si muove in leggero ribasso; gli investitori, infatti, rimangono scettici sul raggiungimento di un accordo per
Mercoledì il mercato del petrolio greggio si muove in leggero ribasso; gli investitori, infatti, rimangono scettici sul raggiungimento di un accordo per il congelamento della produzione.
I future sul brent, principale standard internazionale, con scadenza a novembre vengono contrattati a 47,22 $, in calo di 0,04$. I future sul WTI con scadenza a ottobre cedono circa 0,10 $ scivolando a 44,73 $.
Questa settimana, con il mercato controllato in maniera predominante dalle notizie economiche, i trader del petrolio greggio si sono trovati ad affrontare una volatilità considerevole. Lunedì, giorno festivo negli Stati Uniti, i prezzi si sono impennati fino al massimo in sette giorni in scia all’accordo fra Russia e Arabia Saudita per una collaborazione volta a stabilizzare l’offerta sul mercato del petrolio greggio. Da ora, comunque, il sostegno a un congelamento della produzione ha perso forza e gli investitori hanno rivisto al ribasso le probabilità di un accordo in tal senso.
Il sostegno nei confronti di un accordo si è infatti incrinato martedì quando il ministro degli esteri saudita, Adel al-Jubier, si è detto disposto a un accordo per il congelamento della produzione solo se acconsentiranno anche altri paesi produttori. I venditori sul mercato del petrolio, però, hanno messo in dubbio la possibilità da parte dei paesi Opec e non di raggiungere un accordo alla riunione informale che si terrà in Algeria nei giorni 26-28 settembre, alla luce degli eventi passati quando accordi simili sono sfumati.
A causa delle lunedì festivo negli Stati Uniti, l’uscita dei rapporti settimanali sulle scorte di questa settimana, quello dell’Istituto Americano per il Petrolio quello dell’Agenzia di Informazione sull’Energia, è stata posticipata.
Secondo Reuters, dopo due settimane di incrementi alle scorte, i trader prevedono – nella settimana conclusasi il 2 settembre – una flessione delle riserve di petrolio greggio commerciale Usa pari a 100.000 barili, e una flessione nelle scorte di benzina pari a 500.000 barili, mentre per i distillati si prevede un incremento pari a 1 milione di barili.
Per quanto riguarda le altre notizie del giorno, le borse asiatiche mercoledì reagiscono in maniera contrastante ai deludenti dati ISM sul terziario negli USA; scendono infatti le probabilità di un innalzamento dei tassi nel mese di settembre da parte della Federal Reserve.
Il Nikkei 225 chiude in ribasso di 69,54 punti (-0,91%) e scivola a 17.012,44, sotto il peso del rafforzamento dello yen giapponese. I trader giapponesi tendono a vendere le azioni quando lo yen acquista valore per l’effetto negativo sulle esportazioni dal Giappone. Un calo delle esportazioni porta generalmente a un calo degli utili.
In Australia, lo S&P/ASX 200 chiude in leggero rialzo a 55.425,20, su di 10,567 punti (+0,2%). I dati sul Pil per il secondo trimestre, al di sotto delle aspettative, hanno provocato un’ondata di vendite, ma il buon andamento del settore dei materiali ha garantito supporto al mercato. Gli incrementi sono stati frenati però dal calo del settore energetico.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.