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Draghi spera che la Federal Reserve provochi un ribasso dell’euro

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Barry Norman
Pubblicato: Dec 4, 2015, 17:20 GMT+00:00

I trader attendono il rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli, dopo aver soppesato la delusione per la decisione della Banca Centrale Europea,

Draghi spera che la Federal Reserve provochi un ribasso dell’euro

I trader attendono il rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli, dopo aver soppesato la delusione per la decisione della Banca Centrale Europea, che ha provocato l’apprezzamento dell’euro sul dollaro. La moneta unica europea ha registrato il rialzo più alto in quasi sette anni. Il balzo sperimentato dall’euro nella giornata di giovedì ha portato l’indice del dollaro dal picco delle ultime 12 settimane e mezzo di quota 100,50, raggiunto a seguito delle dichiarazioni favorevoli alla manovra restrittiva rilasciate da Yellen a metà della settimana, ai minimi dell’ultimo mese, ossia a quota 97,591. Nella giornata di giovedì, l’indice del dollaro ha perso il 2,1%, registrando il risultato peggiore dal marzo del 2009. L’ultima rilevazione ha visto il dollaro a quota 98,041.

S&P 500 ha chiuso in ribasso di circa l’1,4%, tornando in territorio negativo. Sanità ed energia hanno perso più del 2%, provocando il ribasso di tutti i 10 settori.

Un netto rialzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro ha esercitato pressione sulle azioni sensibili al tasso di interesse. Su S&P, Financials ha raggiunto il terzo posto per gravità delle perdite, mentre Goldman Sachs ha rappresentato la causa principale dei declini sul Dow Jones.

Dopo il balzo del 3,1% sperimentato nella notte, l’euro ha raggiunto gli 1,0910$, registrando il rialzo giornaliero più alto dal marzo 2009. La moneta unica europea era scesa agli 1,0523$, quotazione segnata per l’ultima volta ad aprile. Il dollaro in deprezzamento guarda al tanto atteso rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli degli Stati Uniti, che verrà pubblicato nel corso della giornata e che potrebbe determinare un rialzo. Sebbene il dato sulle buste paga di novembre potrebbe non essere tanto impressionante quanto i 271000 nuovi posti di lavoro registrati ottobre, per il mese scorso, gli economisti continuano ad attendersi un notevole incremento di 200000 occupati.

A seguito delle recenti dichiarazioni di Mario Draghi, favorevoli a un intervento espansivo, i mercati si attendevano misure più aggressive, compreso un più netto taglio del tasso sui depositi e forse anche un incremento delle acquisiti mensili di attività. Nella notte, la moneta unica europea si è mossa in rialzo del 2,5% contro lo yen, prima di ridiscendere a quota 133,80. L’euro ha registrato notevoli guadagni anche nei confronti delle valute legate alle materie prime, come, ad esempio, il dollaro australiano. Contro lo yen, la moneta unica europea è scivolata verso il margine inferiore di una gamma di oscillazione compresa tra quota 122,23 e quota 123,77, per assestarsi infine ai 122,63 yen. Il dollaro australiano si è mosso in rialzo, avvicinandosi al picco di quota 0,7382, raggiunto a ottobre. Al contempo, il dollaro neozelandese ha brevemente superato i 67 centesimi di dollaro statunitense per la prima volta in un mese.

Nella giornata di giovedì,  durante la sua relazione innanzi alla Commissione Bicamerale per l’Economia del Congresso, la presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha affermato che gli Stati Uniti potrebbero essere “vicini al punto in cui dovremmo innalzare” i tassi. Inoltre, Yellen ha aggiunto che l’economia degli Usa deve creare un po’ più di 100000 posti di lavoro al mese per coprire i nuovi entrati nella forza lavoro, forse impostando un pavimento implicito per l’aumento dell’occupazione che il governo intende osservare.

Nel frattempo, crescono le aspettative favorevoli all’avvio dell’incremento dei tassi di interesse da parte della Fed nella riunione sulla politica monetaria del 15-16 dicembre. Una simile decisione rappresenterebbe la prima manovra restrittiva dopo 9 anni.

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