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Draghi affonda l’euro: Trump farà lo stesso col dollaro?

Da
Bob Mason
Pubblicato: Apr 6, 2017, 14:11 GMT+00:00

Nella giornata di mercoledì, la Fed può avere spaventato i mercati facendo riferimento alla vendita degli asset nel corso dell'anno. Le borse asiatiche

Draghi affonda l’euro: Trump farà lo stesso col dollaro?

Nella giornata di mercoledì, la Fed può avere spaventato i mercati facendo riferimento alla vendita degli asset nel corso dell’anno. Le borse asiatiche hanno, infatti, seguito il ribasso avviato da quelle statunitensi. Tuttavia, la Fed non sarà l’unica sorpresa della settimana: ne seguiranno altre, a cominciare dal discorso tenuto da Draghi nella gioranta di oggi e dal tanto atteso incontro tra Trump e Xi Jinping, che si svolgerà nei prossimi due giorni.

Durante la sessione asiatica, il dollaro ha aperto in ribasso, con l’indice spot che ha toccato il minimo intragiornaliero a quota 100,38, perdendo lo 0,18% rispetto alla sessione di martedì, durante la quale la valuta degli Stati Uniti era rimasta invariata. Tuttavia, all’apertura della sessione europea, l’indice del dollaro spot dello 0,23%, raggiungendo il massimo intragiornaliero a quota 100,69.

Pochi minuti dopo l’apertura della sessione europea, l’euro ha perso lo 0,3%, scendendo a 1,06441$. Il deprezzamento è stato causato dal discorso tenuto da Draghi sulla politica monetaria nelle prime ore di apertura dei mercati europei in vista della pubblicazione, nel pomeriggio di oggi, dei verbali della riunione di marzo della Bce.

I punti principali del discorso di Draghi

  • Non vi è alcuna prova evidente di un possibile netto icremento dell’inflazione, non vi è alcuna fretta di adottare ulteriori misure né si può dare per scontata una modifica della politica monetaria.
  • Sebbene sia troppo presto per dichiarare vittoria sull’inflazione, la Bce rimane fiduciosa che la politica monetaria stia funzionando.
  • Non vi è alcuna necessità di modificare il linguaggio.
  • Per superare le conseguenze della crisi finanziaria, è necessario uno sforzo maggiore. Nel settore bancario, il numero dei mutui deteriorati è ancora elevato.
  • A causa delle questioni geopolitiche, i rischi continuano a essere polarizzati al ribasso. Tuttavia, il saldo dell’incremento dei rischi pare migliorare. L’ultimo indice composito dei direttori degli acquisti ha raggiunto massimi che non si osservavano dall’aprile del 2011.
  • Il Consiglio direttivo della Bce non è più preoccupato dal rischio di deflazione e le previsioni sulla stabilità dei prezzi rimangono invariate.
  • La pressione inflazionistica sottostante è più facile da seguire e deve essere considerata in aumento. L’inflazione principale viene attribuita a fattori di maggiore volatilità. L’inflazione attuale è al 90% causata dai prezzi dei generi alimentari e dell’energia.
  • Il Consiglio direttivo della Bce deve considerare una stabilizzazione dell’inflazione intorno al tasso obiettivo del 2% senza il sostegno della politica monetaria.
  • Senza il sostegno della politica monetaria, la dinamica dell’inflazione è lungi dal poter essere considerata sostenibile. Le previsioni della Bce sull’inflazione continuano a includere misure di politica monetaria espansiva.
  • La crescita dei salari registra un miglioramento, ma rimane ben al di sotto delle medie storiche. Sui salari pesano due fattori principali:
    • l’elevata disoccupazione
    • il contributo al di sotto della media della pressione inflazionistica
  • Per la Bce, occorrerà del tempo affinché l’effetto di rallentamento svanisca e non è chiaro quanto ci vorrà prima che il calo delle disoccupazione produca i suoi effetti sui salari.

Tali affermazioni rimangono ampiamente coerenti con le note posizioni di Draghi sull’inflazione. Ora, la novità è che difficilmente i tassi verranno aumentati nel breve periodo. Il discorso di Draghi ha trascinato l’euro in ribasso dello 0,35%, con la moneta unica europea che tocca gli 1,06395$.

A seguito della pubblicazione dei verbali della riunione del Fomc e delle indicazioni sui reinvestimenti e il saldo della banca centrale, la divergenza in politica monetaria ha risospinto il dollaro in rialzo. Al contempo, la Banca d’Inghilterra stenta a intervenire, lasciando la sterlina relativamente invariata sul dollaro.

Con la conferenza stampa che precede la pubblicazione dei verbali della riunione sulla politica monetaria dello scorso mese, è improbabile che le minute contengano delle sorprese. Dei membri del Consiglio direttivo che interverranno nel pomeriggio, tutti dovrebbero impiegare toni da colomba.

Tutto ciò concentra l’attenzione dei mercati sull’incontro tra Trump e Xi Jinping. Non si tratta soltanto del destino del mercato valutario, ma di quello dell’intera economia globale, dato il rischio di una guerra commerciale che potrebbe pesare sulla propensione al rischio.

La giornata di oggi vede ben pochi dati macroeconomici, limitati alla pubblicazione dei verbali della Bce e alle richieste settimanali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti. L’incontro tra Trump e Xi Jinping rimane, dunque, il principale fattore in grado di influire sull’andamento dei mercati nel resto della giornata.

Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot guadagnava lo 0,24% per portarsi a quota 100,70. L’euro cedeva lo 0,22%, toccando gli 1,06398$. Al contempo, il dollaro perdeva lo 0,15% contro lo yen per raggiungere i 110,54¥. Durante la prime ore della sessione, le borse europee si muovevano in forte ribasso.

L’euro potrebbe recuperare dai minimi intragiornalieri, ma il dollaro dovrebbe continuare a muoversi in rialzo per il resto della giornata a spese della moneta unica europea. Intanto, si attende il discorso che Carney terrà nella giornata di domani, che potrebbe riservare altre sorprese e rappresentare un autentico test per i mercati.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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