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Deutsche Bank e la manipolazione del mercato nel 2011

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: May 7, 2016, 11:20 GMT+00:00

Coma anticipato ieri, il colosso tedesco Deutsche Bank è sotto inchiesta per manipolazione del mercato. Tale ascrizione risalirebbe al 2011, precisamente

Deutsche Bank e la manipolazione del mercato nel 2011

Coma anticipato ieri, il colosso tedesco Deutsche Bank è sotto inchiesta per manipolazione del mercato.

Tale ascrizione risalirebbe al 2011, precisamente nel primo semestre, periodo in cui secondo il pm di Trani, Michele Ruggiero, la banca tedesca vendeva 7 miliardi di Titoli di Stato italiani, portando alla crisi dello spread, genesi delle dimissioni del governo Berlusconi.

 

L’evento di cui sopra, secondo Ruggiero, avrebbe alterato il valore di mercato dei titoli stessi, perché posto in essere al di fuori del contesto normativo, con il chiaro intento di ridurre la sovraesposizione del gruppo al rischio sovrano tricolore, a seguito dell’acquisizione di Postbank datata fine 2010.

 

Quello che si contesta a Deutsche Bank è che la rilevante vendita di Titoli di Stato sia stata eseguita “over the counter”, in base a un accordo privato tra due parti senza comunicazione pubblica.

Duetsche Bank si difende sostenendo di aver agito per riportare l’esposizione verso l’Italia ai livelli storici, che si erano impennati proprio a seguito dell’acquisizione dell’istituto che aveva in pancia molti Btp.

 

C’è da sottolineare che, contestualmente, la banca di Francoforte decide di coprirsi sull’esposizione al rischio italiano: infatti, in quei mesi ha luogo un acquisto di ben 1,4 miliardi di Credit Default Swap (Cds), contratti di assicurazione con funzione di garanzia contro il rischio di fallimento del prodotto finanziario sottostante. Nella fattispecie, il debito italiano.

 

Proprio da qui prende le mosse l’azione della procura pugliese, secondo la quale gli acquisti di cui sopra, come per i Titoli di Stato, non vantarono alcuna comunicazione.

Sebbene sia opportuno ricordare che, sempre nel 2011, Deutsche Bank avesse risposto a una richiesta inoltrata dalla Consob in relazione a questa vicenda, fornendo le informazioni e i documenti relativi. Non erano seguite sanzioni.

 

Questo il quadro delineato dalla Procura: il gruppo tedesco avrebbe autorizzato la vendita di Titoli di Stato italiani, nel mentre acquistava Cds ma comunicava la sostenibilità del debito pubblico italiano ai mercati finanziari. Questo sarebbe alla base di una condotta di tipo manipolativo, precisamente informativo-operativo.
Da questo antefatto avrebbe luogo l’alterazione della regolare formazione del prezzo di mercato dei Titoli di Stato italiani sia nei primi sei mesi del 2011, quando il mercato ignorava le dismissioni di titoli, sia in seguito alla pubblicazione periodica del giugno 2011.

 

In tale circostanza si annida il nucleo della questione: solo al momento della pubblicazione nel giugno 2011 fu chiaro di essere in presenza di un’imponente riduzione dell’esposizione della banca tedesca al rischio italiano, con la conseguenza che la platea di investitori, il pubblico e il mondo intero interpretò tale contingenza come  un “chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano”.

 

Manovre particolari e dalle conseguenze cogenti.

Ci sarà molto lavoro per la procura di Trani.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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