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I dati deludenti che giungono dall’Asia pesano sulle valute

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jul 1, 2016, 13:03 GMT+00:00

Nella mattinata di oggi, i dati sulla Cina sono risultati lievemente deludenti, mentre quelli sul Giappone hanno superato le aspettative. In generale, i

I dati deludenti che giungono dall’Asia pesano sulle valute

Nella mattinata di oggi, i dati sulla Cina sono risultati lievemente deludenti, mentre quelli sul Giappone hanno superato le aspettative. In generale, i mercati sono un po’ più propensi al rischio. Nella mattinata di oggi, lo yen si è mosso in rialzo. Contro il dollaro, la valuta nipponica ha guadagnato 32 punti per venire negoziata a quota 102,90. Al contempo, la coppia EUR/JPY ha perso 44 punti, toccando quota 114,12.

Il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha dichiarato che agirà rapidamente, qualora l’apprezzamento dello yen minacciasse l’obiettivo di inflazione, sottolineando il suo approccio prudente ai tassi di cambio in attesa di un vertice internazionale sul tema. 

Kuroda afferma: “Che si tratti del tasso di cambio o di altro, se ha un effetto negativo sul nostro sforzo per raggiungere l’obiettivo della stabilità dei prezzi, e se da questa prospettiva ritenessimo necessario intervenire, adotteremo ulteriori misure espansive.”

Per il The Wall Street Journal, dal referendum sulla Brexit, lo yen si è apprezzato del 3,2% sul dollaro. Uno yen in rialzo rende le esportazioni giapponesi meno competitive e le importazioni più care, potendo così ridurre l’inflazione. Tra il 2013 e il 2015, la debolezza dello yen contribuì a far balzare gli utili societari delle imprese nipponiche ai massimi storici. Mari Iwashita, capo economista di Smbc Friend Securities sostiene: “Uno yen forte non porta niente di buono. Chiaramente, l’andamento dello yen colpirà la fiducia delle imprese — esito di cui il governatore della Banca del Giappone, Kuroda, è decisamente preoccupato.”

In mattinata, alla Borsa di Tokyo, il dollaro veniva negoziato a 102,90. Secondo l’indagine della Banca del Giappone, le imprese nipponiche si aspettano che, nel corso dell’anno fiscale, che termina a marzo 2017, il dollaro venga negoziato a 111 yen. Ciò suggerisce che le imprese esportatrici dovranno, probabilmente, correggere al ribasso le loro previsioni di profitto.

L’unico dato positivo nel difficile tentativo di ripresa del Giappone è fornito dal mercato del lavoro. A maggio, sono stati registrati 136 posti di lavoro per ogni 100 persone in cerca di occupazione, la lettura più alta in circa più un quarto di secolo, secondo i dati pubblicati dal ministero del Lavoro nella giornata di venerdì. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 3,2%, il più basso di tutto il G7.

I deludenti dati pubblicati nella giornata di venerdì riportano l’attenzione sulla riunione della Banca del Giappone dello scorso mese. I mercati stanno, infatti, tentando di capire se le autorità di politica monetaria attueranno nuove misure espansive per rilanciare l’economia del Giappone.

Il programma di allentamento monetario della Banca del Giappone, dall’imponente valore di 80 trilioni di yen, è una pietra angolare dello sforzo per porre fine ad anni di deflazione che hanno rallentato la crescita di un’economia un tempo tanto florida.

Il declino dei prezzi potrebbe apparire positivo per i consumatori, ma questi tendono a ritardare la spesa, con effetti negativi per l’occupazione e i progetti di espansione delle imprese a danno dell’economia.

Nella mattinata, l’Aussie e il kiwi si sono mossi in rialzo su un dollaro apprezzato. L’Aussie viene negoziato a quota 0,7459, mentre il NZD guadagna 13 punti per salire a quota 0,7147. Il rialzo di entrambe le valute è stato sostenuto dalla speranza di nuove misure espansive da parte delle banche centrali di Giappone e Cina.

I dati pubblicati nella giornata di venerdì mostrano che, a giugno, l’attività delle industrie cinesi ha sofferto la peggiore flessione degli ultimi quattro mesi. La debolezza della domanda e la sovracapacità delle industrie hanno pesato sulla seconda potenza economica mondiale.

I dati sono gli ultimi a evidenziare una lunga fase di rallentamento della Cina, che si accompagna al peggioramento delle prospettive dell’economia globale.

A giugno, l’indice Caixin dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero segna 48,6, in calo rispetto al 49,2 di maggio. Il dato è ben lontano dalla previsione mediana di 49,2 elaborata da Bloomberg News.

Un dato superiore a 50 indica espansione, mentre uno inferiore segnala contrazione.

Gli investitori considerano l’indice con molta attenzione, poiché, ogni mese, è il primo indicatore disponibile dello stato dell’economia.

Secondo Caixin, l’occupazione nel settore manifatturiero è diminuita per il trentaduesimo mese consecutivo. Il settore ha, infatti, tentato di tagliare per rispondere alla contrazione dell’attività.

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