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Criptovalute: Libra e i suoi detrattori –parte seconda-

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jun 23, 2019, 19:48 GMT+00:00

Come anticipato ieri, l’alea di ostracismo intorno alla nuova criptovaluta di Facebook si estende in maniera non indifferente. Se si è già resocontato

Partner di Libra coin

Come anticipato ieri, l’alea di ostracismo intorno alla nuova criptovaluta di Facebook si estende in maniera non indifferente.

Se si è già resocontato sugli orientamenti statunitensi, inglesi e francesi, oggi sembra opportuno concentrarsi sul caso russo, quinto paese al mondo per traffico fintech.

Diversamente da altri paesi, la posizione di Mosca appare alquanto ferma.

O almeno così risulta da una prima analisi.

Il totale diktat al riguardo è da ritrovarsi nell’opposizione di Anatoly Aksakov, uno dei membri più influenti della Duma e presidente della Commissione Russa per il Mercato Finanziario, che ha negato ogni tipo di fruizione russa alla cripto di Libra Association.

Proprio secondo quanto statuito da Aksakov, la Russia non fornirà alcun supporto alla divisa digitale di Zuckerberg.

Anche se la posizione dell’economista russo appare intransigente, giova riportare come non sembra sia maggioritaria.

A tal proposito è da rilevare come l’orizzonte stringente promulgato da Aksakov circa il niet verso una legge ad hoc che disciplini la materia cripto in Russa si sia scontrato con posizioni più favorevoli, posizioni di pezzi da novanta come il presidente Vladimir Putin e il vice ministro delle finanze Alexei Moiseev, secondo i quali sarebbe opportuno legiferare su una normativa che chiarisca e legalizzi il traffico cripto nel paese degli zar.

Non può dimenticarsi che a questo riguardo il dibattito in Russia è consistente, specie riguardo la presente situazione che permette l’utilizzo solo del cripto rublo, con la conseguente messa al bando di tutte le altre valute digitali, salvo il meccanismo di traduzione da una all’altra per permettere il rientro di capitali cripto dall’estero.

In breve, il lancio della criptovaluta dei 29 sembra aver affrettato quel processo di regolamentazione ancora carente in molti stati circa la materia cripto.

Non è da escludere che un simile volano di dibattiti, incontri-scontri e diktat incrociati sia da ascrivere all’importanza dei soggetti interessati al progetto Libra, colossi leader nei rispettivi settori che mai avrebbero operato una scelta del genere se non avessero creduto in uno sviluppo performante della criptovaluta recentemente posta in essere.

Dall’altra parte sono tutti quei paesi la cui scelta di abbracciare le criptovalute è coerente con uno sviluppo e una evoluzione digitale che sta portando avanti la modernità e ottenendo ottimi risultati: dall’Estonia (primo paese al mondo per il settore digital a livello statale) alla Corea del Sud (leader in strumentazione digitale con Samsung, LG, Pantech Curitel e altre) al Giappone (sempre all’avanguardia con Sony, Nintendo, Casio, Panasonic, ecc.) passando per la Cina (Huawei, Lenovo, Sapphire Technology) e ricordando come gli Stati Uniti d’America siano il primo paese al mondo per traffico cripto.

In un contesto del genere si riscontrano due opposti schieramenti che annoverano da un lato tutti quei soggetti privati il cui interesse preminente sia un’implementazione tecnologica che permetta di porre in essere una strumentazione d’avanguardia che riscriva le leggi dell’economia monetaria, mentre dall’altra non mancano tutti quei soggetti istituzionali il cui retaggio verso una sistematica tradizionale mal si concili con un moderno evo monetario che sia visto come contenitore di alto rischio verso la stabilità della ricchezza tipicamente concepita.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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