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Con i trader che adottano un atteggiamento di avversione al rischio, MacDonald’s è l’unico titolo positivo

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Barry Norman
Aggiornato: Jan 26, 2016, 11:40 GMT+00:00

L’unico titolo positivo di questa settimana per il mercato azionario e per gli utili societari è stata una sorpresa fatta da MacDonald’s. Famosissima da

Con i trader che adottano un atteggiamento di avversione al rischio, MacDonald’s è l’unico titolo positivo

L’unico titolo positivo di questa settimana per il mercato azionario e per gli utili societari è stata una sorpresa fatta da MacDonald’s.

Famosissima da generazioni per il suo Big Mac, la catena ora ha introdotto un nuovo campione di vendite, ossia la MacBreakfast che, con il suo nuovo menù colazione disponibile durante tutto l’arco della giornata, ha fatto salire alle stelle le vendite e i profitti. Per il quarto trimestre, MacDonald’s ha registrato un fatturato e utili che hanno ampiamente superato le previsioni degli analisti, portando a un incremento del 5,7% nei punti vendita degli Stati Uniti.

L’amministratore delegato Steve Easterbrook, che ha assunto la guida della compagnia poco meno di un anno fa, ha affermato che l’introduzione del nuovo menù per la colazione è stata la ragione principale per cui le vendite sono andate così bene negli Stati Uniti.

Erano anni che i più affezionati clienti di MacDonald’s chiedevano che la compagnia rendesse disponibili per tutto il giorno gli Egg McMuffins e altre prelibatezze del menù colazione. Il cambio del menù ha chiaramente dato ragione a MacDonald’s. Eastbrook ha affermato che anche il buon andamento generale del trimestre ha contribuito a questo trend positivo.

Le azioni di MacDonald’s, battendo un nuovo record, sono aumentate dell’1%. Lo scorso anno, MacDonald’s è stato uno dei migliori titoli del Dow e ha retto bene alle pressioni della volatilità che caratterizza il 2016. Mac Donald’s è riuscita a posizionarsi nel mercato meglio di rivali come Burger King, Wendy’s e KFC/Taco Bell, società madre di Yum Brand. Mac Donald’s è riuscita anche a ottenere risultati migliori di alcune catene di “fast casual restaurant” piuttosto popolari come Panera e Chipotle.

Tuttavia, a parte i risultati di MacDonald’s, è stata una giornata uggiosa per Wall Street. Il mercato azionario americano è sceso drasticamente alla fine della sessione dopo i primi rialzi dell’anno, con i prezzi del petrolio che tornano a scendere. L’indice Dow Jones ha perso 208 punti, l’equivalente del 1,3 % , per toccare quota 15,885. 85. L’indice  S&P 500  è sceso dell’1,6% e il Nasdaq Composite ha perso l’1,6%.

Il prezzo del greggio è diminuito del 5,8%, raggiungendo i 29,63 dollari al barile.

L’andamento delle borse è stato piuttosto tentennante durante l’inizio di questo 2016. Mentre diversi indici hanno subito un incremento la scorsa settimana, molti investitori hanno sottolineato che le cause principali delle oscillazioni dei mercati rimane ancora in essere. I prezzi del petrolio continuano ad essere ancorati a minimi pluriennali, mentre le preoccupazioni sul rallentamento della crescita cinese, le pressioni sui mercati emergenti e il programma della Fed di incrementare i tassi di interesse hanno alimentato ulteriormente il nervosismo degli investitori.

L’euro, per la prima volta dopo diversi giorni, si è mosso in rialzo portandosi a quota 1,0850 mentre il ritorno dell’avversione al rischio ha aumentato la domanda di valute rifugio a basso rendimento. La moneta unica, insieme allo yen e al franco svizzero, ha sperimentato un rialzo grazie agli investitori che, interrompendo gli investimenti in quelle valute, hanno incanalato i flussi di denaro in titoli di Stato.

In Asia, lo yen ha continuato a muoversi in rialzo, guadagnando 20 punti contro il dollaro, per essere così negoziato a quota 118,09. Intanto, i trader si preparano a diversi incontri delle banche centrali, tra cui la Banca del Giappone, il Fomc e la Reserve Bank of New Zealand. Con la crescita della speculazione, i decisori politici dovranno far fronte anche a questo incerto inizio del 2016 e al suo impatto sulle economie mondiali. La prospettiva di un altro taglio dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of New Zealand prima della fine di giugno è stato un fattore che ha pesato sul dollaro neozelandese, che ha perso lo 0,7% lo scorso lunedì. Il kiwi si è stabilizzato a quota 0,6451, mentre il dollaro australiano, considerata la chiusura dei mercati per la festa nazionale, è negoziato a 0,6949.

Nel 2016, lo yen si è apprezzato contro tutte le sue sedici controparti principali. L’appetito per la valuta nipponica è aumentato a causa delle massicce vendite di titoli innescate dalle turbolenze delle borse cinesi e del crollo del prezzo del petrolio. La scorsa settimana, gli hedge fund e altri grandi speculatori hanno incrementato le loro posizioni nette sul rialzo dello yen, portandole ai massimi di quasi gli ultimi quattro anni. Per il 29 gennaio, è prevista una dichiarazione della Banca del Giappone sulla politica monetaria.

Il dollaro canadese, il peso messicano e il rublo si sono mossi in ribasso: il crollo del prezzo del petrolio si accompagna, infatti, al deprezzamento delle valute dei paesi produttori. Il dollaro australiano ha ceduto lo 0,7%.

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