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Come cambia il caro vecchio fallimento

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Feb 12, 2016, 16:51 GMT+00:00

  La finanza, si sa, è un ambito la cui massima estensione trovi cittadinanza nel diritto anglosassone.   Un sistema che, per sua natura, è

Come cambia il caro vecchio fallimento

 

La finanza, si sa, è un ambito la cui massima estensione trovi cittadinanza nel diritto anglosassone.

 

Un sistema che, per sua natura, è orientato a una metodologia differente rispetto agli ordinamenti giuridici di civil law presenti, tra gli altri, in Italia e Germania.

 

Recependo peculiarità proprie del complesso anglosassone, il Governo ha elaborato un importante disegno di legge delega che è stato approvato due giorni fa dal Consiglio dei Ministri.

Ebbene, la materia contenuta nello stesso è proprio quella fallimentare, modulata attraverso una ratio figlia della struttura di cui sopra che si affranchi dalla lettera della legge e tenga conto di elementi esterni che nulla abbiano a che fare con eventuali condotte illecite.

 

Uno tra tutti è costituito dall’andamento del mercato. Spesso è difficile se non impossibile gestire un movimento, un rimbalzo o un fattore di rottura inaspettato, nonostante si mantenga consapevolezza, buona fede e comportamenti leciti scevri da ogni tipo di colpa.

Per ovviare a colpi inaspettati che l’imprenditore possa ricevere in maniera non rappresentabile, il Governo ha scelto una serie di misure che favoriscano la ripresa del soggetto, conferendogli la possibilità di rialzarsi.

 

La riforma ha carattere generale, come noto dalle parole del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per il quale: “Questa legge è una riforma strutturale”.

Si evince subito come la stessa sia fondata sulla prevenzione.

 

Nel dettaglio, la procedura fallimentare si arricchirebbe di una fase preventiva di “allerta” per anticipare l’emersione della crisi, con conseguente utilizzo di cosiddetti parametri-spia, utili in fase di analisi e accertamento.

È utile riportare l’eminente parere del presidente aggiunto della Cassazione Renato Rordorf, che da responsabile della riforma, spiega: “In questa va garantita la massima riservatezza. Il mediatore non deve avere l’obbligo di denunciare anche eventuali reati percepiti, perché l’assoluta confidenzialità di questo passaggio deve far sì che l’imprenditore non si sottragga”.

 

Prevenzione, ma anche snellimento delle procedure e potenziamento delle tutele.

A questo riguardo, la fase di “allerta” è funzionale ai negoziati per il raggiungimento dell’accordo con i creditori.

 

Riguardo le procedure più rilevanti, queste saranno gestite dai tribunali delle imprese. I procedimenti minori, invece, da un numero ridotto di tribunali dotati di personale specializzato.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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