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Buona performance del rame in vista di ulteriori stimoli dalla Cina

Da
Barry Norman
Pubblicato: Mar 3, 2016, 10:47 GMT+00:00

Mercoledì i rame sorprende i trader guadagnando oltre 30 punti e salendo ai massimi in un mese, a quota 2,179. A quanto pare si tratterebbe della reazione

Buona performance del rame in vista di ulteriori stimoli dalla Cina

Mercoledì i rame sorprende i trader guadagnando oltre 30 punti e salendo ai massimi in un mese, a quota 2,179. A quanto pare si tratterebbe della reazione ritardata all’inaspettato annuncio di lunedì da parte della banca popolare cinese. I metalli hanno guadagnato terreno in vista di ulteriori misure da parte del governo cinese volte a incoraggiare la crescita economica; nonostante alcuni dati economici indichino un ulteriore rallentamento della seconda economia più grande del mondo, i mercati hanno reagito positivamente. A margine di quanto detto, giovedì mattina il rame ha ceduto parte dei guadagni scivolando a 2,176.
Lunedì la banca centrale cinese ha annunciato un taglio ai vincoli di riserva obbligatoria per le banche, una decisione che avrebbe liberato una importo stimato in 100 miliardi di dollari in nuovi prestiti.
Nel mese di febbraio il settore manifatturiero in Cina ha subito un crollo, che ha spinto le aziende di minori dimensioni verso la più forte ondata di licenziamenti degli ultimi sette anni.

“I nuovi dati hanno deluso le aspettative, ma lo shock non è stato molto pesante. Tutti sono consapevoli della debolezza del settore manifatturiero e del sottoutilizzo della capacità produttiva. “Il rame ha una stretta relazione con i dati economici dalla Cina” sostiene Julius Baer, analista per la Carsten Menke. Ad attirare l’attenzione dei mercati anche una ricerca sul settore manifatturiero statunitense da parte dell’Istitute for Supply Management, stando alla quale nel mese di febbraio il settore avrebbe subito un rallentamento, ma a un tasso inferiore rispetto a quello del mese di gennaio. Nel mese di gennaio l’indice è salito da 48,2 a 49,5, contro un 48,5 stimato.
“I dati hanno superato le aspettative; se dovessimo superare la soglia dei 50 potrebbe significare che le persone stanno rimettendo in discussione la propria idea sui tassi di interesse”, afferma un trader, aggiungendo che il rapporto mensile sull’occupazione negli USA pubblicato venerdì potrebbe fare luce sulle decisioni da parte della Federal Reserve USA.
L’ipotesi di un congelamento dei tassi USA potrebbe deprimere la valuta statunitense, che in caso di ribasso porta a un calo di prezzo delle materie prime denominate in dollari per coloro che detengono altre valute.
I timori legati allo stato di salute dell’economia cinese, la seconda economia del mondo, sono il principale fattore a cui è imputabile il crollo del prezzo della materia prima verificatosi lo scorso anno e le turbolenze dei mercati finanziari di inizio anno. La Cina è il principale paese del mondo in termini domanda di metalli industriali. Nelle ultime settimane il prezzo del rame ha effettuato un rimbalzo in corrispondenza di un recupero del petrolio, favorendo un clima di ottimismo sui mercati di commodity. Dopo le recenti festività nel paese, però, gli analisti invitano alla prudenza per la mancanza di chiarezza riguardo la domanda cinese di metalli.

Fra i metalli preziosi l’oro sembrava perdere leggermente terreno mentre il petrolio si manteneva in quota, almeno fintanto che l’ultimo rapporto sul petrolio USA non ha indicato un incremento delle riserve di petrolio ben superiore alle aspettative. L’oro ha reagito guadagnando $ 5,30 e attestandosi a 1236,00, mentre l’argento è salito di 212 punti a quota 14,945, e il platino invece è sceso di quasi cinque dollari scivolando a 932,45. A inizio giornata l’oro si era mosso in rialzo in scia ai dati superiori alle aspettative dagli USA che hanno spinto alcuni investitori a credere in un ritorno dell’inflazione, eventualità che aumenterebbe l’interesse nei confronti del metallo prezioso come bene rifugio rispetto a un aumento dei prezzi al consumo. L’oro ha ceduto lo 0,3% scivolando a 1228,61 l’oncia, per poi invertire direzione.

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