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Basso volume di trading per valute e titoli

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Dec 22, 2015, 19:40 UTC

Nella giornata di oggi, i trader conosceranno i dati sulla crescita degli Stati Uniti, che forniranno qualche indicazione su modi e tempi dei prossimi

Basso volume di trading per valute e titoli

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Nella giornata di oggi, i trader conosceranno i dati sulla crescita degli Stati Uniti, che forniranno qualche indicazione su modi e tempi dei prossimi aumenti del tasso di interesse da parte delle Fed. Gli economisti interpellati dalla Reuters si aspettano una crescita dell’1,9%, lievemente inferiore alla seconda stima del 2,1%, ma superiore alle precedenti previsioni dell’1,5%. Secondo l’Ufficio di Analisi Economica degli Stati Uniti, nel secondo trimestre, il Pil reale è aumentato del 3,9%. Per gli analisti, una lettura deludente del Pil avrebbe, molto probabilmente, effetti negativi sul mercato. Analysis.

John Laski, economista capo di Moody’s, sostiene: “I dati sul Pil mostreranno come l’economia degli Stati Uniti non rischi affatto di scivolare presto in recessione… Ciò contribuisce a spiegare quel che sta veramente limitando gli utili societari — le scarse vendite, anche in settori diversi da quello energetico.” Trader e investitori si aspettano volumi ridotti nelle prossime settimane. Con la decisione della Fed ormai presa, il prossimo evento importante in grado di influire sull’andamento dei mercati azionari sarà, probabilmente, l’avvio della stagione degli utili del quarto trimestre agli inizi di gennaio.

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A Wall Street, il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 123 punti, ossia lo 0,7%, toccando quota 17252. S&P 500 è salito dello 0,8%, mentre il Nasdaq si è mosso in rialzo dello 0,9%. La sessione ha visto un’ampia oscillazione dei titoli, pur in gran parte rimasti in territorio positivo. Secondo i trader, i bassi volumi di trading, tipici del periodo festivo, hanno fatto oscillare i titoli più del normale. Il rimbalzo di lunedì ha fatto seguito al calo che ha interessato i titoli negli ultimi due giorni della scorsa settimana, quando il Dow ha perso in tutto 621 punti. Nelle ultime due settimane, i titoli hanno sperimentato notevli oscillazioni, poiché i trader si stavano preparando al primo innalzamento dei tassi di interesse da parte delle Fed in quasi dieci anni.

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I titoli europei hanno chiuso in perdita. Lo Stoxx Europe 600 si è mosso in ribasso dell’1,1%. In Germania, il DAX ha perso l’1%, cedendo i guadagni precedentemente raggiunti. In Spagna, a seguito dell’esito delle elezioni, l’IBEX 35 ha perso il 3,6%. Il Partito Popolare, attualmente al governo, non ha, infatti, raggiunto la maggioranza assoluta, punito dagli elettori per le sue impopolari misure di austerità. I titoli di Stato spagnoli sono crollati. Il rendimento dei titoli decennali è aumentato di 0,11 punti percentuali all’1,79%. In Francia, il CAC 40 ha perso l’1,3%, mentre, in Germania, il DAX 30 ha ceduto l’1%, con la fiducia scossa dai bassi prezzi del petrolio, dall’apprezzamento dell’euro e dall’incertezza politica in Spagna.

Sul mercato valutario, l’euro si è apprezzato dello 0,6% sul dollaro, raggiungendo gli 1,0915$, mentre la divisa statunitense scendeva a quota 98,46. Il dollaro ha perso lo 0,3% contro un paniere di valute, con l’euro che guadagnava lo 0,5% contro la valuta degli Stati Uniti. In Giappone, il Nikkei Stock Average ha perso lo 0,4%, continuando a muoversi in ribasso, con gli investitori preoccupati che la Banca del Giappone possa essere riluttante a estendere il suo programma espansivo. Lo yen ha oscillato tra scarsi guadagni e perdite per venire negoziato a quota 121,25.

Il dollaro australiano ha rotto al di sopra di quota 0,7200, sostenuto dall’aumento dei prezzi dei metalli e dall’andamento positivo della borsa. L’apprezzamento dei metalli comuni ha permesso all’Aussie di raggiungere quota 0,7226. Il kiwi ha seguito la medesima tendenza al rialzo, guadagnando 53 punti per venire negoziato a quota 0,6815. Al rimbalzo delle valute hanno contribuito le dichiarazioni delle autorità cinesi su uno stimolo aggiuntivo e su nuove misure espansive. In un documento pubblicato nella giornata di lunedì, dopo un’importante vertice sulla politica economica, la Cina ha affermato l’intenzione di prendere nuove misure per prevenire e disinnescare il rischio finanziario nel 2016. Secondo la Conferenza Centrale sull’Economia e il Lavoro, la Cina sarà effettivamente in grado di disinnescare i rischi legati al debito delle amministrazioni locali.

Il governo di Pechino ha dichiarato che la politica monetaria deve essere “flessibile” e la politica di bilancio più “vigorosa” al fine di contrastare il rallentamento della crescita nella seconda potenza economica globale. Il crollo del prezzo del greggio ha spinto il petrolio ai minimi non toccati da prima della crisi finanziaria, riducendo l’inflazione e aumentando l’appetito per i titoli di Stato a lungo termine.

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