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Bankitalia sul mondo cooperativo parte seconda

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Mar 24, 2016, 10:59 GMT+00:00

Come anticipato ieri, Bankitalia, nella persona del proprio n.1 della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, ha significato alcune perplessità sull’attuale

Bankitalia sul mondo cooperativo parte seconda

Come anticipato ieri, Bankitalia, nella persona del proprio n.1 della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, ha significato alcune perplessità sull’attuale situazione delle BCC, non chiudendo la porta però a prospettive di ottimizzazione.

Da Via Nazionale sono convinti che uno degli aspetti positivi della riforma contenuta nel decreto banche sia la gestione della way out, ossia l’uscita dal maxi gruppo cooperativo da parte degli istituti di credito che sceglieranno di non aderire alla super holding.

In merito alla questione, per Barbagallo la way out “elimina le incertezze e consente di minimizzare i rischi di indebolimento dei costituenti gruppi cooperativi”.
Un simile plauso trova il suo fondamento nella sostanza della riforma, per la quale le BCC il cui patrimonio netto sia superiore ai 200 milioni di euro alla data del 31 dicembre 2015, siano legittimate richiedere l’autorizzazione alla Banca d’Italia per conferire le proprie aziende bancarie a una società per azioni svolgente la medesima attività.
Il termine per una siffatta domanda è quello dei 60 giorni per la conversione del decreto.

Capitolo autorizzazioni e controllo del way out: tali poteri saranno svolti dalla Banca Centrale. Sia dal punto di vista prudenziale, implicando ad esempio il controllo sugli assetti proprietari della banca conferitaria; sia relativamente all’autorizzazione dell’aumento di capitale e del conferimento d’azienda, all’approvazione delle modifiche statutarie delle BCC conferenti e l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in caso di costituzione di una nuova banca spa.

Elemento interessante della riforma è che in alcune delle operazioni di cui sopra il processo decisionale sarà congiunto tra Banca Centrale e Banca d’Italia e, come specificato da Barbagallo: “indipendentemente dalla dimensione significativa o meno delle banche coinvolte”.

La fecondità di una simile collaborazione tra enti nazionali e sovranazionali prepara il terreno ad altri tipi di cooperazione, favorendo la futura capogruppo del sistema cooperativo italiano, la quale, secondo Barbagallo: “trarrebbe giovamento dalla partecipazione di investitori di lungo periodo, ad esempio grandi banche cooperative europee con cui allacciare rapporti di partnership, fondi mutualistici e altri soggetti del mondo cooperativo”.

A questo riguardo, è utile riportare il commento di MF, secondo cui: “È positivo che un emendamento al Dl banche, che contiene la riforma del sistema, preveda una deroga in caso di necessità al principio che la capogruppo sia detenuta in misura maggioritaria dalle stesse BCC”.

Nello spunto concettuale di cui sopra, si inserisce la chiosa di Barbagallo, secondo il quale: “una regola troppo rigida rischierebbe di rendere irrisolvibili con strumenti di mercato eventuali situazioni di difficoltà patrimoniale e si rifletterebbe da subito in valutazioni negative nell’esame dei piani di risanamento da parte dell’Autorità di vigilanza e di quelli di risoluzione da parte dell’omonima autorità”.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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