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Banca Regolamenti (BIS): CBDC una reazione a Libra? No, ma…

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 28, 2020, 06:22 UTC

Per la Banca Internazionale dei Regolamenti (BIS), le CBDC non sarebbero una reazione a Facebook Libra. Il futuro della moneta è digitale.

cbdc cosmos

Nessuno dica che l’accelerazione nei processi di valutazione delle Central Bank Digital Currency (CBDC) da parte di alcune banche centrali nazionali siano state una diretta conseguenza del progetto Libra.

Anche perché verrebbe smentito dal progetto del renminbi digitale cinese in corso d’opera dal 2014 presso un reparto di ricerca apposito della Banca popolare cinese (PBOC) e poi in tempi non sospetti anche la Svezia aveva annunciato di accarezzare l’idea di una e-krona e di recente ha pubblicato uno studio di sintesi. Così come ci avevano pensato alcuni ricercatori in Estonia ma che hanno dovuto abbandonare l’idea perché i Paesi UE aderenti alla moneta unica non se ne possono creare una parallela.

Eppure… Eppure le parole del governatore del Federal Reserve System Jerome Powell invitato a parlare dell’argomento durante un sua audizione in una Commissione presso il Congresso americano furono molto chiare. Il progetto Libra di Facebook gli fece capire che era il momento di darsi una mossa, che qualcosa di grosso stava accadendo nella mutevole storia dell’agire economico delle persone.

Il futuro della moneta

La Banca internazionale dei regolamenti (BIS) vuol affermare che non è così, ma è indubbio che Il progetto Libra e il progetto TON (ufficialmente fallito) hanno scosso profondamente le banche centrali e le hanno spinte a riflettere diversamente sul futuro della moneta.

Non saranno più le cartiere a produrre la speciale carta su cui si stampa la valuta governativa, non saranno più i caveau fisici a conservare immense scorte di carta valuta, ma saranno grandi server super protetti a conservare le CBDC e saranno piccoli caveau a proteggere i cold wallet su cui si conserveranno al sicuro migliaia di miliardi di euro o di dollari.

Il cambiamento radicale imposto dalla digitalizzazione

Il BIS è consapevole del fatto che la “innovazione digitale sta radicalmente rimodellando la fornitura dei servizi di pagamento. Le banche centrali stanno abbracciando questa innovazione.”

Alle banche centrali il compito di modellare il futuro con l’istituzione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC), che “possono favorire la concorrenza tra gli intermediari del settore privato, stabilire standard elevati per la sicurezza e la gestione dei rischi e servire da base per una sana innovazione nei pagamenti”, questo quanto scrive il BIS nel Rapporto economico annuale pubblicato pochi giorni fa.

Con le CBDC si fa sul serio!

Le banche centrali fanno sul serio riguardo all’adozione di una CBDC e la Cina è l’apripista con il suo yuan digitale già in una fase sperimentale avanzata: alcuni funzionari pubblici selezionati ricevono parte dello stipendio con la CBDC nazionale, una applicazione mobile è stata diffusa in quattro grandi città cinesi come hanno riportato i vertici di Binance.

Il BIS scrive che una delle opzioni nelle mani delle banche centrali per innovare il modo in cui il denaro circola nel mondo è appunto “l’emissione di CBDC, che potrebbe equivalere a un cambiamento radicale”.

I benefici delle CBDC

“Le CBDC potrebbero offrire un nuovo mezzo di pagamento digitale, affidabile, sicuro e ampiamente accessibile. L’impatto potrebbe andare molto oltre, poiché potrebbero favorire la concorrenza tra gli intermediari del settore privato, stabilire elevati standard di sicurezza e fungere da catalizzatore per la continua innovazione nei pagamenti, nella finanza e nel commercio in generale”.

Questo ciò che pensa il BIS delle CBDC e non è da poco.

BCE ed Europa a che punto sono?

Una ricerca indipendente della Banca centrale dei Paesi Bassi e una ricerca condotta in Francia hanno effettuato delle sperimentazioni di tipo “concettuale” e pratiche, ma nulla di così concreto quanto la Cina.

La BCE di Christine Lagarde appare lontana dalle nuove tecnologie e non dimentichiamo che il suo predecessore Mario Draghi aveva spesso banalizzato le criptovalute in generale.

La storia, però, punisce sempre chi perde il treno dell’innovazione, tecnologica, economica o sociale che sia (ammesso che si possano separare l’una dall’altra).

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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