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Aumentano le probabilità che dollaro ed euro raggiungano la parità

Da
Barry Norman
Pubblicato: Mar 28, 2016, 07:45 GMT+00:00

Con i mercati chiusi nella giornata di venerdì per le festività pasquali  e che oggi non aprono per le festività pasquali, volume e volatilità sono stati

Aumentano le probabilità che dollaro ed euro raggiungano la parità

Con i mercati chiusi nella giornata di venerdì per le festività pasquali  e che oggi non aprono per le festività pasquali, volume e volatilità sono stati estremamente bassi. Nella mattinata di oggi, le piazze di Australia e Nuova Zelanda rimarranno chiuse per la giornata di festa. Inoltre, il calendario è privo di dati economici,  con l’evento di maggiore importanza costituito dalla pubblicazione delle buste paga dei settori non agricoli degli Stati Uniti, prevista per la giornata di venerdì. Valentin Marinov, direttore della strategia per il Forex  presso l’ufficio londinese per i servizi bancari e di investimento del G10 di Crédit Agriccole SA, sostiene: “I dati sulle buste paga dovrebbero continuare a rafforzare le aspettative sui tassi di cambio della Fed e determinare un apprezzamento del dollaro.” I risultati di venerdì “potrebbero ulteriormente normalizzare le aspettative degli investitori su un innalzamento dei tassi da parte della banca centrale degli Stati Uniti, a beneficio del dollaro.”
Nell’ultima settimana, il mutamento di opinione riscontrato nelle dichiarazioni dei membri della Federal Reserve ha continuato a dominare i mercati. Il dollaro rimane ben al di sopra di quota 96, con l’euro al di sotto di quota 1,12. Gli ultimi indicatori geopolitici ed economici suggeriscono che la coppia EUR/USD potrebbe presto raggiungere la parità. Le voci sempre più diffuse secondo cui la Fed starebbe preparando due altre manovre di innalzamento dei tassi rendono la parità praticamente una certezza. 
Nella giornata di martedì, l’euro si è mosso in ribasso a causa degli attentati terroristici che hanno colpito Bruxelles. Nella giornata di mercoledì, la moneta unica europea ha continuato a deprezzarsi a seguito dei toni sempre più favorevoli a una manovra restrittiva adottati dai membri della Fed nelle loro dichiarazioni. Mentre l’Europa continua a dover fronteggiare l’emergenza migratoria e il terrorismo, negli Stati Uniti cresce la fiducia nell’economia, come dimostrano i dati pubblicati dalla Fed nella settimana scorsa. La reazione agli attentati di Bruxelles mostra come l’euro abbia perso la sua attrattiva di valuta rifugio.  Gli attacchi hanno coinciso con le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve di Atlanta, Dennis Lockhart, il quale ha suggerito che la banca centrale degli Stati Uniti potrebbe aumentare i tassi ad aprile.

Il presidente della Federal Reserve di Philadelphia Fed, Patrick Harker, ha fatto eco alle affermazioni di Lockhart. Harker ha aggiunto che, qualora l’economia dovesse continuare a crescere al ritmo attuale, la Fed dovrebbe considerare di aumentare i tassi già ad aprile. Harker sarebbe personalmente favorevole ad almeno altri tre innalzamenti dei tassi nel corso dell’anno. Le dichiarazioni di Lockhart e Harker non sono delle semplici boutade: la Fed prevede, infatti, di attuare due manovre di incremento dei tassi nel 2016. Pertanto, è solo questione di tempo.

Anche il presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, si aspetta due o più manovre di innalzamento dei tassi nel corso del 2016, a meno che i dati sull’economia non si dimostrino di gran lunga migliori delle aspettative.

Non è affatto probabile che, nell’Eurozona, crescita e inflazione crescano tanto da raggiungere i corrispondenti tassi degli Stati Uniti, così da modificare la tendenza favorevole a politiche espansive che attualmente caratterizza la Bce. La parità del tasso di cambio tra euro e dollaro rappresenta un’aspettativa realistica. Infatti, mentre la Bce continuerà ad aumentare l’offerta di moneta, la Federal Reserve potrebbe nuovamente aumentare i tassi.

La possibilità di una crescente debolezza dei mercati emergenti, in particolare della Cina, continua a esercitare pressione sulle materie prime e sui loro principali produttori, come il Brasile, unendosi a una sempre maggiore instabilità geopolitica in Medio Oriente e alle conseguenze della crisi migratoria e degli attacchi terroristici. La questione dei rifugiati ha effetti negativi per la sterlina, mentre aumentano le probabilità dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Negli ultimi mesi, la sterlina ha già perso più del 10% contro l’euro e almeno il 2% nel cambio con le controparti del G10 durante l’anno. I prezzi delle opzioni suggeriscono che, nei prossimi tre mesi, la valuta britannica continuerà a deprezzarsi sia contro la moneta unica europea sia contro le divise del G10. Il ribasso della sterlina proseguirebbe, quindi, oltre il 23 giugno, quando si svolgerà il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. 

Nel corso dell’anno, la sterlina è stata sotto pressione a causa dei timori per l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo. Il premio per le opzioni di protezione contro il deprezzamento della sterlina supera quello per l’apprezzamento di ogni singola valuta dei paesi del G10.

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