Il mercato aurifero mantiene il rischio guadagnando terreno all'inizio della nuova settimana. Lunedì mattina il prezioso é scambiato a 1,330,15$
Il mercato aurifero mantiene il rischio guadagnando terreno all’inizio della nuova settimana. Lunedì mattina il prezioso é scambiato a 1,330,15$ realizzando una plusvalenza netta di oltre 65$ dopo lo shock dettato dal Bretix. A seguito delle ricadute insorte dopo la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione Europea, dell’inaspettate dimissioni del primo ministro e dell’incertezza sul futuro economico del paese, gli investitori hanno cercato la sicurezza trovandola nell’oro, un metallo prezioso a lungo apprezzato come scambio universale del valore immune ai capricci dei leader politici. La Royal Mint, l’organismo autorizzato a coniare e collezionare le monete, nonché broker specializzato online, ha segnalato il picco di nuovi clienti. La Zecca ha registrato un significativo incremento nell’acquisto del prezioso e un apertura di conti pari al 200% da giovedì scorso.
“Stiamo per essere sommersi” ha detto Cooper della ATS, che ripercorre la storia del prezioso dal 1600.”Stiamo praticamente acquistando tutto il possibile dai raffinatori. Non siamo in grado di riempire tutti gli ordini”.
Nel mercato spot di Londra, i più grande mercato mondiale, i prezzi dell’oro postano un rincaro dell’8,1%, il più alto rialzo dalla crisi finanziaria del 2008. Il metallo ha successivamente ridotto i guadagni raggiungendo quota 1,316$ l’oncia, stabilizzandosi in prossimità dei massimi degli ultimi due anni e mezzo. La decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea ha sollevato numerose questioni sulla stabilità e la futura direzione di uno dei più grandi centri mondiali di potere economico e finanziario.
Questa settimana la Societe Generale SA ha dichiarato in una nota che l’oro potrebbe raggiungere i 1400$ sulla scia del voto sul Bretix.
Il metallo é in crescita del 24% per il 2016 e le partecipazioni di lingotti negli ETF postano i massimi dal 2013. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come, nei giorni antecedenti al referendum i prezzi del metallo giallo abbiano registrato un lieve ribasso poiché gli investitori avevano scommesso che la Grand Bretagna sarebbe rimasta nell’Unione Europea.
L’argento e il platino seguono le orme dell’oro. L’argento apre la settimana a 17,76$ registrando un rincaro del 2,35% nella sessione di venerdì. Il platino non ha ancora rotto al di sopra dei 1000$ ma é negoziato a 987,15$.
La forza del dollaro statunitense limita i guadagni dei metalli preziosi. Il biglietto verde guadagna sulle mosse del rifugio sicuro e si attesta su quota 96,41.
L’impulsiva reazione di venerdì ha visto gli investitori precipitarsi ad acquistare beni di rifugio dopo l’esito del Bretix, l’oro ha raggiunto i 1,358$ l’oncia. Successivamente ha restituito parte dei guadagni raggiungendo alle 9.20 di venerdì i 1,318$ l’oncia. La mossa posta un rincaro del 4,9% rispetto alla chiusura del giorno precedente.
Quest’anno il metallo giallo dovrebbe registrare un incremento del 24% sulla scia delle aspettative che vedono la Federal Reserve mantenere i tassi di interesse bassi, scenario che grava sul dollaro statunitense. Secondo la Saxo Bank e la ICBC Standard Bank l’esito del referendum del Regno Unito dovrebbe incrementare la possibilità di vedere la banca centrale degli Stati Uniti mantenere invariati i propri tassi d’interesse. I rivenditori europei dell’oro hanno assistito ad una corsa verso il metallo fisico; il CoinInvest.com ha affermato di aver registrato un numero record di clienti britannici interessati ad acquistare il metallo. Daniel Marburger, direttore presso la società con sede a Francoforte ha affermato che le monete della Royal Mint del Regno Unito sono state le più vendute nelle prime ore della sessione. Per quanto riguarda la ABC Bullion, un trader della sede di Sydney, ha affermato di aver assistito all’apertura di nuovi conti rispetto ad una settimana normale.
Barrick, il più grande produttore mondiale di oro mondiale, ha registrato un incremento del 12% a Toronto, il più grande aumento da novembre del 2008, prima di stabilizzare i guadagni al 7,9%. Newmont ha riportato un aumento del 9,3% sulla borsa di New York registrando la miglior performance sull’S&P 500.