Nella giornata di mercoledì, la sterlina si è mossa in rialzo di 145 punti per venire negoziata a quota 1,3492, mentre il Ftse ha recuperato gran parte
Nella giornata di mercoledì, la sterlina si è mossa in rialzo di 145 punti per venire negoziata a quota 1,3492, mentre il Ftse ha recuperato gran parte delle perdite subite a causa della Brexit. Con i sostenitori del recesso che prevedono nessuno o pochi cambiamenti nelle relazioni tra Regno Unito e Unione Europea, il Ftse ha guadagnato 226,61 punti, ossia il 3,69%, per raggiungere quota 6367,00. Mentre i leader della Brexit ritirano le promesse fatte durante la campagna referendaria e perdono lentamente il controllo della situazione, emergono nuove possibilità. La realtà è, infatti, che il Regno Unito non può chiudere le frontiere e modificare la propria economia in una notte. L’UE ha apertamente comunicato al Regno Unito che l’apertura delle frontiere e la libertà di movimento non saranno oggetto di negoziato.
David Cameron pare abbia rinunciato a ogni discussione e negoziato, rimanendo in carica fino alla nomina del nuovo primo ministro o fin quando il parlamento non deciderà cosa fare. Un nuovo voto, forse.
Gran parte dei timori innescati dalla Brexit stanno svanendo, tranne il trading dei beni rifugio che, nella giornata di oggi, ha fatto aumentare l’oro di 10$, portandolo a quota 1327. A quanto pare, la maggior parte dei mercati si muove, annoiata e stanca delle notizie sugli sviluppi del referendum britannico. Le borse continuano a recuperare parte delle forti perdite subite poco dopo il voto sulla Brexit.
In modo simile, i principali indici azionari statunitensi si sono mossi in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato 198,23 punti, raggiungendo quota 17607,95, lo S&P 500 è salito di 25,67 punti a quota 2061,76 e il Nasdaq si è mosso in rialzo di 63,97 punti per toccare quota 4755,84.
Lo S&P 500 è salito di 25,67 punti
Il dollaro sta lentamente perdendo parte dei guadagni generati dall’avversione al rischio, mentre lo yen ha ceduto 83 punti per venire negoziato a quota 102,73. Tuttavia, l’apprezzamento della valuta nipponica è ancora eccessivo per la Banca del Giappone. Secondo la Cnbc, la capo stratega per il Giappone di Goldman Sachs’ ha avvertito che le autorità nipponiche non possono fare molto per impedire il netto apprezzamento dello yen seguito al recesso della Gran Bretagna dall’UE.
Le affermazioni di Kathy Matsui hanno accompagnato le dichiarazioni del primo ministro giapponese Shinzo Abe, secondo cui il governo sta continuando a monitorare i movimenti dei titoli e delle valute. Per Abe, l’impatto della Brexit sull’economia del Giappone potrebbe essere notato soltanto nel medio o lungo periodo.
Secondo la Reuters, il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha dichiarato che la banca centrale è pronta a prendere misure per assicurare che i mercati finanziari continuino a funzionare normalmente. Al contempo, il ministro delle Finanze, Taro Aso, ha ribadito di star attentamente seguendo il mercato valutario e di essere pronto a intervenire, se necessario.
Dopo la pubblicazione dei risultati del referendum sulla Brexit nella giornata di venerdì, lo yen si è mosso in rialzo, con il dollaro ad appena 101,62 yen. Nella prima mattinata di venerdì, quando i sostenitori della permanenza del Regno Unito nell’UE parevano prossimi alla vittoria, il cambio dollaro/yen era a 106,81 yen.
Nella giornata di mercoledì, mentre si allentano i timori per le conseguenze del recesso del Regno Unito dall’UE, il dollaro si è mosso in ribasso contro la maggior parte delle valute. Il deprezzamento del dollaro ha contribuito al lieve rialzo dell’euro al di sopra di quota 1,11. In una nota ai clienti, il capo analista di mercato di Commonwealth Foreign Exchange scrive che, mentre molti investitori sono ancora incerti circa gli effetti del recesso britannico sulla crescita globale, l’assenza di nuovi dati ha fornito ai trader l’opportunità di riscuotere gli utili generati dal recente andamento del mercato valutario.
Tuttavia, Eisner afferma che “il generale livello di incertezza che circonda la Brexit e le sue conseguenze per il Regno Unito, l’UE e i mercati finanziari globali rimane a livelli storici.”
Secondo gli analisti, gli investitori stanno, inoltre, liquidando le posizioni mentre si avvicina la fine del secondo trimestre e in vista delle festività negli Stati Uniti.