Nella giornata di ieri, 31 marzo 2016, è scaduto il termine di comunicazione degli operatori finanziari, stabilito dalla Legge di Stabilità. In sostanza,
Nella giornata di ieri, 31 marzo 2016, è scaduto il termine di comunicazione degli operatori finanziari, stabilito dalla Legge di Stabilità. In sostanza, l’Anagrafe Tributaria si arricchirà sempre più.
Sembra un qualcosa di complicato, ma non lo è: si tratta di un vasto archivio di dati inerenti saldi e movimenti di circa 1 miliardo di conti correnti che il Fisco potrà consultare a suo piacimento.
Tale database si avvarrà del totale contributo di ogni operatore finanziario sul panorama nazionale e internazionale, attraverso il quale recepirà informazioni con cadenza annuale, che per il 2017 sarà metà febbraio.
Qualunque operazione finanziaria posta in essere entrerà nel novero della comunicazione obbligatoria, in quanto sensibile, quindi anche bonifici, cambi di valuta, assegni, transazioni aventi a oggetto denaro e preziosi, investimenti, perfino i dati che attestino la titolarità delle cassette di sicurezza.
Se un tale sistema si è reso necessario per arginare il fenomeno dell’evasione fiscale che recentemente il Governo ha quantificato in 90 miliardi di euro, appare quantomeno in dubbio la scelta compiuta di introdurre una misura che svenda completamente la privacy di ogni cittadino, contribuente o investitore di sorta.
Di parere opposto Giacomo Portas, presidente della Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria, che commenta in maniera ottimista non considerando il prezzo in termini di privacy: “L’incrocio delle banche dati è una grande conquista, che contribuisce anche a una maggiore giustizia fiscale. Dopo il 730 dobbiamo passare all’Unico precompilato. Il nostro obiettivo è semplificare la vita al cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi. Un percorso di civiltà che ci avvicina al resto d’Europa”.
Se è vero che è innegabile una tendenza semplificatoria, appare discutibile approcciarsi a un concetto di civiltà che ricordi più il Grande Fratello del maestro Orwell, una realtà in cui la ragion di stato giustifichi qualunque tipo di scelta proveniente dall’alto.
Altre lodi istituzionali arrivano dalla CGIA di Mestre, per bocca del coordinatore dell’Ufficio Studi, Paolo Zabeo, secondo il quale: “Adesso ci sono tutte le condizioni affinché l’evasione venga contrastata e ricondotta a dimensioni più accettabili, favorendo coloro che non vogliono e non possono evadere le tasse. Ovvero, la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani”.
Slogan a parte, è vero che l’evasione sarà duramente colpita, con la comunicazione degli operatori finanziari che andrà ad arricchire il lungo elenco delle misure anti furbetti come redditometro, spesometro, reverse charge e via discorrendo; è altrettanto vero che un provvedimento del genere colpisca trasversalmente ogni individuo, privandolo completamente di un diritto di riservatezza garantito dalla Costituzione e, considerando il problema della permeabilità dell’Anagrafe Tributaria, sollevato dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, la via intrapresa rischia di nascondere insidie non indifferenti.
La speranza è che i dati sensibili siano letti e controllati solo da chi ne abbia pieno diritto, non subendo intrusioni esterne, così da poter giustificare un’aggressione alla privacy in virtù di un bene maggiore: un sistema impositivo più sano e quindi più congruo.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.