Continua la querelle tra il Bel Paese e l’Unione Europea sulla delicata questione degli aiuti di Stato. In ottica di una futura ma quanto mai presente bad
Continua la querelle tra il Bel Paese e l’Unione Europea sulla delicata questione degli aiuti di Stato.
In ottica di una futura ma quanto mai presente bad bank, la normativa europea in merito al sostegno statale è rigorosa e precisa: il problema nasce in virtù della disparità di vedute.
Grazie a quanto apparso su Milano-Finanza ieri è possibile avere una visione completa della vicenda.
Ad accendere il fuoco della discordia è stata la gestione del caso Tercas, commissariata prima, acquisita dalla Popolare di Bari poi.
Secondo Bruxelles, il salvataggio della Cassa di Risparmio di Teramo ha violato il divieto di aiuti di Stato, risultando incompatibile con la normativa ivi relativa.
La vicenda si è consumata nel modo seguente: nel dicembre 2015 la Commissione Europea ha bloccato il sostegno che il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) aveva concesso nel luglio 2014, statuendo che lo stanziamento di 265 milioni di euro fosse un aiuto di Stato e per questo non idoneo a essere rilasciato.
Nonostante una dura presa di posizione da parte dell’Italia, impegnata più volte a contestare gli orientamenti comunitari sia sulla banca pugliese che sul salvataggio delle altre quattro, l’UE ha continuato nel perseguimento delle proprie linee guida, non tenendo minimamente in considerazione quanto dichiarato dalle autorità italiane.
Il nodo della questione risiede nel fatto che gli interventi del FITD sono deliberati in modo autonomo e hanno natura privata, non pubblica, essendo il Fondo costituito da liquidità bancarie.
Tuttavia, non sembra che tale contingenza sia sufficiente per la Commissione, che nella sua guida, Margrethe Vestager, ha bloccato il salvataggio di Tercas, dopo aver compiuto un’indagine di quasi un anno.
L’Italia non ci sta, così ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro tale provvedimento e il FITD seguirà la stessa linea.
A benedire una simile decisione è il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, che così si esprime: “Esprimo viva soddisfazione per la decisione dell’Italia di fare ricorso alla Corte di Giustizia Europea sul caso Tercas. Avevamo a tempo debito criticato la eccessiva discrezionalità della Commissione Europea, mai a favore dell’Italia”.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.