Nella mattinata di oggi, i trader di materie prime e di valute si sono messi al riparo. Le valute legate alle materie prime si sono mosse in ribasso,
Nella mattinata di oggi, i trader di materie prime e di valute si sono messi al riparo. Le valute legate alle materie prime si sono mosse in ribasso, mentre lo yen, considerato una valuta rifugio, si è apprezzato. Appena ieri, Goldman Sachs aveva diffuso una nota di avvertimento sulle divise asiatiche. Durante un discorso tenuto all’Economic Club la scorsa settimana, Yellen aveva illustrato le ragioni che hanno mosso la Federal Reserve ad agire con cautela nell’innalzamento dei tassi di interesse. Yellen ha affermato che i rischi di una manovra restrittiva troppo repentina superano quelli di un’attesa più lunga del necessario. La presidente della Fed terrà un nuovo discorso nella giornata di giovedì, ma molti si aspettano che la sua opinione rimanga la stessa. Più in generale, l’intervento di Yellen ha riguardato le sue aspettative circa le conseguenze del rallentamento dell’economia globale, che potrebbero limitare gli effetti della crescita degli Stati Uniti, trainata da una stabile spesa interna delle famiglie. A ogni modo, Yellen ha riconosciuto che le prospettive “soggette a una considerevole incertezza.”
Le previsioni di Goldman’s su yen, yuan e won sono più ribassiste della maggior parte delle altre. Secondo le stime mediane elaborate da Bloomberg, per la fine di marzo 2017, la valuta giapponese dovrebbe essere scesa a 118 yen per dollaro. Nello stesso periodo, la controparte cinese dovrebbe toccare i 6,7 yuan per dollaro, con il cambio won-dollaro a quota 1218.
Con gli investitori che continuano a scommettere sulla cautela della Fed nell’innalzamento dei tassi, lo yen ha guadagnato lo 0,1%, portando il cambio con il dollaro a quota 110,85. Il won si è mosso in rialzo dello 0,7%, raggiungendo quota 1146,13. Nelle prime ore della sessione di martedì, il dollaro si è mosso in ribasso contro yen ed euro, apprezzandosi sulle valute di Australia, Canada e Nuova Zelanda, che hanno subito le conseguenze della debolezza delle materie prime. L’ Aussie ha risentito in modo particolarmente grave dei bassi prezzi delle materie prime, con gli investitori che si sono posti sulla difensiva in attesa del documento sulla politica monetaria della Reserve Bank of Australia, attualmente sotto pressione per limitare l’apprezzamento dell’AUD. L’Aussie ha ceduto 31 punti per toccare quota 0,7575, mentre il kiwi è sceso a quota 0,6814. I dati pubblicati nella giornata di lunedì dall’Ufficio di Statistica australiano hanno mostrato come, nel mese di febbraio, le vendite al dettaglio siano rimaste invariate, deludendo le speranze di un aumento dello 0,4% e quanti attendevano ulteriori segnali di una crescita guidata dai consumi.
Tuttavia, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio di Statistica australiano, nello stesso periodo, le licenze edilizie hanno registrato un incremento di un buon 3,1%, rimbalzando dalla contrazione del 7,5% del mese precedente e superando le previsioni che davano l’aumento al 2,5%. A febbraio, il disavanzo commerciale dell’Australia è drammaticamente balzato a 3,4 miliardi di dollari, la quinta lettura per grandezza da quando l’Ufficio di Statistica australiano ha iniziato a registrare tale dato 45 anni fa.
Tutta l’attenzione si concentra sulla decisione della Rba sul tasso di interesse, prevista per la giornata di oggi. A ogni modo, la banca centrale australiana non dovrebbe attuare modificazioni. Particolare interesse riveste, inoltre, l’asta GlobalDairyTrade auction, con il prezzo del latte, principale esportazione della Nuova Zelanda, crollato a causa dell’eccesso di offerta. Secondo Wong, non vi sarà un rimbalzo.
L’apprezzamento dello yen sta aggravando i problemi dell’economia nipponica, con il primo ministro Abe prossimo a decidere l’aumento dell’imposta sulle vendite. Nel corso di un incontro del Consiglio per la Politica Economica e di Bilancio, il primo ministro ha dato istruzioni ai membri del governo perché elaborino misure “coraggiose e convincenti” da includere nel programma economico e di bilancio che dovrà essere completato per giugno. Abe si è impegnato a raggiungere una crescita del Pil di circa il 20% sul livello attuale, portandolo a 600 trilioni di yen intorno al 2020.
L’impegno di Abe giunge a seguito delle dichiarazioni degli esponenti del settore privato che fanno parte del Consiglio per la Politica Economica e di Bilancio, secondo cui il Giappone, come presidente del G-7 di quest’anno, deve affrontare “una sfida di estrema importanza” nell’esercizio della leadership per raggiungere una crescita dell’economia globale che sia notevole e sostenibile.