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Nervosismo sui mercati valutari

Da
Barry Norman
Pubblicato: Apr 4, 2016, 11:32 GMT+00:00

Il dollaro ha continuato a muoversi in ribasso, mostrando una debole reazione ai dati sull'occupazione, pubblicati nella giornata di venerdì e risultati

Nervosismo sui mercati valutari

Il dollaro ha continuato a muoversi in ribasso, mostrando una debole reazione ai dati sull’occupazione, pubblicati nella giornata di venerdì e risultati migliori delle aspettative. La valuta statunitense viene negoziata a quota 94,58.

I dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti hanno mostrato come, nel mese di marzo, il totale delle buste paga dei settori non agricoli abbia registrato un incremento pari a 215000 unità, ma il tasso di disoccupazione è aumentato al 5%.

A marzo, le retribuzioni medie orarie di tutti gli occupati nei settori non agricoli privati sono aumentate del 7%, toccando i 25,43 dollari, dopo il calo di 2 centesimi subito a febbraio. Durante l’anno, le retribuzioni medie orarie sono salite del 2,3%.

L’euro si è mosso in rialzo dagli 1,1389 dollari dell’ultima sessione agli 1,1390 dollari, mentre la sterlina si è mossa in ribasso dagli 1,4374 agli 1,4231 dollari. Il dollaro australiano si è apprezzato da 07674 a 0,7682 USD. Un dollaro comprava 111,61 yen, in ribasso rispetto ai 112,51 yen dell’ultima sessione. Il dollaro si è deprezzato contro il franco svizzero, scendendo da quota 0,9601 a quota 0,9587. Al contempo, la valuta statunitense si è mossa in rialzo sul dollaro canadese, salendo da quota 1,2971 a quota 1,3016.

I toni da colomba che hanno caratterizzato il discorso tenuto dalla presidente della Fed, Janet Yellen, la scorsa settimana, hanno ridotto l’interesse per il dollaro. Yellen ha, infatti, lasciato intendere che la banca centrale degli Stati Uniti si muoverà con cautela nell’innalzamento dei tassi, date le turbolenze dell’economia globale. La prospettiva di tassi persistentemente bassi – a dicembre, la gamma di oscillazione del tasso sui federal fund è stata innalzata allo 0,25-0,50% – ha spinto gli investitori a cercare altrove maggiori rendimenti. Secondo gli economisti, i dati sulle buste paga dei settori non agricoli e le dichiarazioni di Yellen avranno un impatto limitato sulla politica monetaria degli Stati Uniti nel breve periodo.

L’indice industriale Dow Jones è aumentato di 48,04 punti, ossia dello 0,27%, raggiungendo quota 17733,13. Lo S&P 500 ha guadagnato 3,27 punti, ossia lo 0,16%, per toccare quota 2063,01. Il Nasdaq Composite si è mosso in rialzo di 18,81 punti, ossia lo 0,39%, per salire a quota 4888,66.

Secondo i dati registrati da Bloomberg, nella giornata di venerdì, i trader davano le probabilità di un innalzamento dei tassi da parte della Fed a giugno al 24%, in calo dal 38% alla settimana precedente. Il calcolo assume che il tasso effettivo sui federal fund raggiungerà in media lo 0,625% dopo la prossima manovra restrittiva della Federal Reserve.

Per quanto concerne la sterlina, gli ultimi tre mesi sono stati caratterizzati dalla più elevata volatilità nei confronti del dollaro dal giugno dello scorso anno — e, osservando le future oscillazioni dei prezzi, la volatilità dovrebbe ancora aumentare.

Nel corso dell’anno, la sterlina si è mossa in ribasso di circa il 3,6%, con il deprezzamento in accelerazione a seguito della fissazione del referendum sull’appartenenza della Gran Bretagna all’Unione Europea per il 23 giugno e delle dichiarazioni di Boris Johnson, eminente membro del Partito Conservatore, favorevoli al recesso. Una misura della volatilità implicita nel tasso di cambio sterlina-dollaro nell’arco di tre mesi, basata sulle opzioni, ha quasi raggiunto i massimi dal 2010.

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GBP-USD, 60 Minutes Chart

Nel corso della settimana, dopo la pubblicazione dei dati sulla produzione industriale, quasi ai minimi dal 2013, la sterlina si è deprezzata nei confronti dell’euro, toccando i minimi dal 2014. I dati sul settore dei servizi e sulla produzione manifatturiera, la cui diffusione è prevista per la prossima settimana, dovrebbero fornire ai trader ulteriori elementi per comprendere la misura del declino dell’economia del Regno Unito.

Uno stratega per le valute della Commerzbank AG di Francoforte afferma: “La sterlina sarà sicuramente colpita da volatilità.”

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