Petrolio WTI fermo appena sopra l'area di supporto intermedia tra 63.85/64.60, lontano dai riferimenti principali a cinque-dieci giornate.
I prezzi del contratto future sul Light Crude Oil con consegna 08/25 sono bloccati da quattro giornate in uno stretto range di stabilizzazione, contenuto fra 64.00 e 66.42. La stabilizzazione è intervenuta subito dopo lo sviluppo di un ampio strappo ribassista che, nel corso di due sole giornate fra il 23 e il 24 giugno scorsi, aveva visto i valori flettere di quasi il -20% fra 78.40 e 64.00.
Il grafico a candele settimanali mostra i valori fermi appena sopra all’area di supporto intermedia compresa tra 63.85/64.60, in una zona tecnica lontana dai riferimenti principali validi per le prossime cinque-dieci giornate. Questi ultimi sono infatti situati a 68.70/69.00 e 70.30/70.70 (resistenze), oltre che a 60.45/60.85 e 59.54/59.80 (supporti).
Non ci sono indicazioni di ripresa imminente della direzionalità e questo significa che, nel corso della settimana appena cominciata, i prezzi potrebbero anche limitarsi a stazionare ulteriormente nell’area fra 63.80/66.00 senza assumere direzione.
In caso invece di recuperi, dobbiamo sottolineare che le resistenze menzionate costituiranno punti di probabile ripartenza della debolezza nell’eventualità di un test dei prezzi. Il contesto è infatti da considerare orientato ad ulteriori indebolimenti, almeno fino al test di area 60.90/61.20, da cui dovremo in seguito attendere di nuovo segnali per appurare se ci siano le condizioni per tornare long.
La Corte Suprema USA ha rifiutato il ricorso di ExxonMobil contro la maxi-multa da 14,25 milioni di dollari legata all’inquinamento dell’enorme raffineria di Baytown, in Texas, la più grande struttura petrolchimica d’America.
La causa era partita già nel 2010 da due gruppi ambientalisti, Environment Texas Citizen Lobby e Sierra Club, che accusavano Exxon di aver violato ripetutamente i limiti di emissioni stabiliti dal Clean Air Act, rilasciando sostanze tossiche e cancerogene tra il 2005 e il 2013, con impatti sulla salute delle comunità locali.
Inizialmente la multa era stata di quasi 20 milioni, poi ridotta a 14,25 milioni ma comunque confermata. Exxon sosteneva che i gruppi non avessero legittimità per chiedere un risarcimento, ma la Corte Suprema ha lasciato in piedi la sentenza. Si tratta di un ulteriore segnale che, nonostante l’orientamento più conservatore della Corte, le questioni ambientali possono continuare a pesare sulle major petrolifere USA, sia in termini di costi legali che di immagine.
Il grafico a barre da 30 minuti presenta una resistenza di brevissimo periodo situata proprio sulla linea dei 66.00 dollari. La tenuta di tale livello favorirà, durante la sessione di domani 1° luglio, il test pieno di un livello di supporto/target situato a 63.83/63.94.
Se tale livello non si rivelasse sufficiente a contenere la pressione in vendita, possiamo già premettere che il punto di verifica immediatamente inferiore sarebbe da ricercare a 61.65/61.97.
Lo scenario descritto verrebbe annullato dalla violazione di quota 66.00, confermata da una chiusura superiore su grafico a 30 minuti. La resistenza immediatamente successiva è attualmente rintracciabile non prima di 67.57/67.69.
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Federico Dalla Bona è analista tecnico professionista dal 2002. Ha pubblicato centinaia di articoli sui maggiori portali web finanziari e fornito per oltre 15 anni contenuti in diretta TV su ClassCNBC. Figura tra gli autori di uno studio dell’Università di Pisa volto all’applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale sui mercati finanziari. Dal 2016 dirige una società che si occupa di sviluppo di trading-systems e pubblicazioni web.