Ancora in lieve rialzo il petrolio, mentre il gas naturale si è spinto fin sotto quota 2,4 dollari. Significativa invece la retromarcia dell'oro.
Oro, petrolio e gas naturale non si sono mossi particolarmente nella giornata di ieri. Il metallo prezioso si è ritirato, contro la precedente previsione, fino a quota 1835 dollari, allontanandosi dalla media a 50 giorni. Petrolio e gas naturale sono rimasti invece pressoché stabili.
Nella seduta di ieri l’oro si è contratto fino a toccare gli attuali 1835 dollari l’oncia. L’inversione di marcia giunge dopo due settimane di ottimismo, con l’indice del dollaro USA che torna a crescere e le attese sui vaccini che chiaramente impattano sul bene rifugio per eccellenza.
Adesso, la tendenza potrebbe essere ribassista, con un calo imminente fino a quota 1823 o 1810 dollari l’oncia, ma c’è comunque spazio per un nuovo rally dopo le decisioni della BCE di oggi.
Anche il prezzo dell’argento si è ritirato bruscamente, passando dai 24,5 dollari di martedì ai 23,8 dollari di ieri sera,
Il prezzo del petrolio Wti e del Brent non si è mosso particolarmente, restando rispettivamente intorno ai 45,5 e 48,9 dollari al barile.
Il lieve rialzo del Wti non è stato interrotto dai dati sulle scorte settimanali dell’API, che ha indicato un incremento intorno a 1,14 milioni di barili, di gran lunga superiore alle attese degli analisti.
Anche l’EIA statunitense ha mostrato un netto incremento delle scorte, legato principalmente alle scorte di greggio che sono cresciute di 1,1 milioni di barili.
Per il Wti, la linea di supporto dovrebbe restare a quota 43,5 dollari al barile, che in passato ha rappresentato una forte area di resistenza. Il prezzo potrebbe comunque continuare a salire, dal momento che – nonostante la scarsa volatilità – si evidenziano nell’ultima analisi tecnica importanti segnali rialzisti.
Anche per il Brent la strada potrebbe portare a un rialzo fino a 50 dollari al barile, ma la resistenza psicologica sarà sicuramente difficile da infrangere.
Quanto al gas naturale, infine, si sono riscontrate nella seduta di ieri alcune evidenze di un possibile rialzo verso l’EMA a 50 giorni al livello di 2,78 dollari. Tuttavia, le prospettive restano ancora poco entusiasmanti e nella mattinata di oggi il prezzo è ancora in contrazione a 2,388 dollari.
La settimana continua quest’oggi con il PIL del Regno Unito, la sua produzione industriale e manifatturiera e il saldo della bilancia commerciale a Ottobre 2020.
A metà giornata si conosceranno anche le dichiarazioni sulla politica monetaria della BCE e le decisioni sul tasso d’interesse e sul tasso sui depositi in Unione Europea.
La riunione della BCE rappresenterà probabilmente l’evento principale della settimana, che potrebbe stupire i mercati e in parte rallentare la corsa dell’euro.
Infine, dagli Stati Uniti giungeranno diversi dati come l’indice dei prezzi al consumo e le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali.
Domani, infine, la settimana volgerà al termine con l’IPC tedesco, francese e spagnolo e con la produzione industriale italiana a Ottobre 2020 e il tasso trimestrale di disoccupazione.
Salvo cambiamenti, dovrebbe tenersi anche il report della Bank of England sulla stabilità finanziaria e i discorsi di Quarles, membro del FOMC statunitense.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.