Il prezzo del petrolio greggio WTI scivola fin sotto i 65 dollari al barile e il gas naturale si ferma sui 3,43 dollari al barile, non lontano dall'EMA a 200 giorni. La pressione ribassista potrebbe proseguire ancora.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sotto il supporto intermedio di 65 dollari al barile, dunque ancora in calo dall’apertura settimanale di ieri.
L’andamento tecnico sembra mostrare un proseguimento dei ribassi volto al raggiungimento dei target intermedi di 63,5 e 62,8 dollari al barile, ovvero sui valori di inizio Giugno 2025.
Il gas naturale, invece, passa di mano a quota 3,43 dollari e potrebbe avvicinarsi ben presto all’EMA a 200 giorni fissata a 3,375 dollari. Un calo fin sotto questo valore segnerebbe il chiaro ingresso in territorio ribassista.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 64,85 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,439 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sotto il supporto intermedio di 65 dollari che si riteneva potesse limitare i ribassi in corso. La spinta di natura fondamentale proveniente dal conflitto tra Israele e Iran si è del tutto esaurita e i ritracciamenti erano ampiamente prevedibili; risultava però meno scontato un calo fin sotto i 65 dollari al barile.
Vista la tendenza attuale, con il prezzo del petrolio greggio WTI ben al di sotto dell’EMA a 50 e a 100 giorni, possiamo individuare nuovi obiettivi ribassisti tra i 64,2 e i 63,8 dollari al barile. Un calo fino ai 63,5 dollari significherebbe per il petrolio greggio WTI un riassorbimento totale dei rialzi di Giugno.
Per invertire la tendenza ribassista già in vista, il prezzo del petrolio texano dovrà spingersi quantomeno sopra la soglia dei 65 dollari appena abbandonata. Da qui, sarà possibile costruire una fase di consolidamento in attesa di nuovi stimoli rialzisti per il WTI. Un ritorno anche solo sulla soglia dei 70 dollari va però escluso per il brevissimo termine, salvo sorprese in Medio Oriente.
Il prezzo del gas naturale ha perso ulteriormente quota, invero anche in maniera più drammatica del petrolio greggio. Dopo l’apertura settimanale di ieri sui 3,660 dollari, la commodity ha infatti ceduto i supporti a 3,650$ e 3,580$, per spingersi fino alla soglia attuale.
Un calo fin sotto il prossimo supporto di rilievo a quota 3,40$ potrebbe comportare la definitiva inversione di tendenza al ribasso con obiettivo finale rappresentato dal superamento dell’EMA a 200 giorni a 3,375 dollari.
Anche in questo caso, la ripresa parte dal ritorno sull’ultimo supporto di rilievo abbandonato, a quota 3,50$. Per il gas naturale, non si può escludere un rimbalzo più netto rispetto al petrolio, anche fino ai target rialzisti di 3,58 e 3,60 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.