Il prezzo del petrolio greggio WTI è scivolato dopo aver tentato di raggiungere il target di 65 dollari al barile. Gas sotto i 3 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha perso nuovamente quota dopo aver testato la resistenza intermedia a 65 dollari al barile e passa ora di mano a quota 62 dollari al barile. Nulla di fatto, dunque, dai traders rialzisti dopo l’ultimo rally.
Il gas naturale, invece, sta confermando la sua tendenza ribassista con una rottura definitiva del supporto a 3 dollari tondi. La materia prima passa già di mano sul supporto di 2,98 e potrebbe scivolare ancora verso nuovi minimi relativi.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 62,33 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,984 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI non è riuscito a spingersi sopra i 65 dollari e ha ritracciato nelle scorse ore, vanificando di fatto gli sforzi per la costruzione del canale rialzista.
Gli stimoli di ripresa permangono e le prospettive si mantengono rialziste fino al mantenimento del supporto tondo di 60 dollari. Tuttavia, la pressione di vendita esercitata sui 65 dollari al barile suggerisce cautela per il futuro. Il petrolio greggio farebbe bene a stabilizzare prima di nuovi tentativi di ripresa, così da scongiurare nuovi e più ampi ritracciamenti.
Le resistenze di riferimento per la seconda metà di questa settimana vanno fissate a 63,5 e 64,2 dollari al barile. I supporti intermedi sono invece a 62 e 61,2 dollari al barile.
Il prezzo del gas naturale ha perso il -8,5% in cinque sessioni di scambi e segna sempre nuovi minimi annuali. Con il crollo sotto quota 3 dollari tondi, la pressione ribassista potrebbe ora proseguire e intensificarsi per raggiungere nuovi minimi a 2,8 e 2,65 dollari.
Questi due livelli rappresentano i supporti intermedi di breve periodo, tutti sotto la media semplice a 200 giorni (3,073).
A un certo punto, dopo i ribassi registrati in queste settimane, il gas naturale potrebbe però raggiungere un’area di ipervenduto da cui far partire un rimbalzo rialzista. Al momento, non ci è possibile prevedere il momento di svolta e l’eventuale estensione del rally. Ritengo però che qualsiasi calo sotto i 2,80 dollari debba rappresentare un preludio a questo possibile rimbalzo sopra i 3 dollari. Il ritorno ai massimi relativi va escluso, e le resistenze successive possono individuarsi per adesso tra i 3,35 e i 3,5 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.