Il prezzo del petrolio greggio WTI ha vissuto una fase di forte rally che dovrebbe proseguire ancora. Le prospettive future sono assai incerte, ma c'è chi guarda ai massimi di 120$ per il petrolio.
Il petrolio ritorna nel mirino dei traders dopo l’inizio del conflitto tra Israele e Iran che ha visto, nel secondo giorno di attacchi, la distruzione degli impianti di greggio di Bandar Abbas.
Ai danni sopportati fino ad ora si aggiunge poi la prospettiva di un inasprimento del conflitto che possa portare alla chiusura dello Stretto di Hormuz, vero e proprio crocevia del petrolio trasportato in tutto il mondo via mare.
Insomma, lo scenario tecnico rimane estremamente delicato e le previsioni odierne non possono far altro che fotografare una tendenza al rialzo di cui non si può ancora cogliere l’esatta dimensione.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 73,72 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,653 dollari.
Prima di passare a un’analisi tecnica a strettissimo raggio, evidenziamo che il prezzo del petrolio greggio WTI ha segnato i 73 dollari nella scorsa chiusura settimanale, ben prima della notizia dell’attacco agli impianti iraniani.
Il rialzo osservato potrebbe rappresentare un trampolino per il raggiungimento di nuovi massimi relativi che potrebbero anche replicare quanto accaduto all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina.
Sarebbe in particolare il superamento del target di 100 dollari a rappresentare il punto di non ritorno, verso un’escalation in grado di disorientare il mercato per il breve/medio termine.
Guardando però a un orizzonte ben più ristretto, allo stato attuale possiamo solo evidenziare un’apertura settimanale in linea con la scorsa chiusura. Ulteriori allunghi potrebbero spingere la commodity tra i 75 e i 77,5 dollari al barile già nel brevissimo termine, andando così a testare i massimi da metà Gennaio.
Eventuali arretramenti, per quanto assai improbabili, potrebbero sospingere il prezzo fino al supporto tondo di 70 dollari. Escludiamo prese di profitto oltre questa soglia.
Quanto al gas naturale, anche la commodity ha ricevuto una spinta rialzista di un certo livello dopo le ultime notizie sul fronte mediorientale.
Dopo l’ultimo allungo, le resistenze principali si trovano a 3,665 e 3,70 dollari, prima del target di 3,80 sfiorato l’ultima volta il 28 Maggio. L’obiettivo finale della corsa rialzista potrebbe trovarsi a 4 dollari tondi.
Per numerose ragioni (come una produzione regionale più limitata e un minor transito sullo stretto di Hormuz) il gas naturale non sarà però troppo sensibile al conflitto in Medio Oriente. I rialzi attuali e futuri sarebbero determinati da una sorta di effetto traino esercitato dal petrolio greggio, per via della correlazione settoriale tra le due commodities energetiche.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.