Il prezzo del petrolio greggio WTI rimane sotto pressione sui 68,5 dollari, mentre il gas naturale arretra sotto i 2,2 dollari. Tuttavia, le resistenze principali sono ancora dietro l'angolo.
Dopo l’apertura settimanale di ieri, le commodities energetiche si sono mantenute pressoché stabili, senza particolari smottamenti. Il prezzo del petrolio greggio WTI è rimasto poco sopra i 68 dollari e il gas naturale non è riuscito a recuperare quota sopra la resistenza di 2,2 dollari, per ritestare i suoi massimi relativi.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 68,49 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,130 dollari. L’andamento tecnico che prevedo per entrambe le commodities è all’insegna di una stabilizzazione, con tenui prospettive per una limitata ripresa sopra le resistenze principali di 70 e 2,2 dollari rispettivamente.
Il prezzo del petrolio greggio WTI non sta riuscendo a invertire la sua tendenza ribassista e rimane piantato poco sopra i 68 dollari al barile. L’andamento tecnico di breve termine è ancora condizionato dalla scarsa domanda cinese e dal riassorbimento delle tensioni in Medio Oriente, che aveva sostenuto i rialzi in questi mesi.
Adesso, lo scenario tecnico più plausibile di brevissimo termine è quello di un proseguimento della stabilizzazione sui 68/68,5 dollari al barile, con timide prospettive di ripresa verso i 70 dollari al barile.
Un rialzo ampiamente sopra questa resistenza potrebbe agevolare la costruzione di uno scenario bullish più solido, volto al raggiungimento dei target intermedi di 71,5/71,8 e 72 dollari al barile. Gli indicatori EMA a 50, 100 e 200 giorni restano invece ancora lontani, sull’area di prezzo tra i 75 e i 78 dollari al barile; solo il superamento di questi valori potrebbe certificare l’effettiva ripresa delle quotazioni e il ritorno in pieno territorio rialzista.
Il gas naturale ha perso la sua propensione rialzista osservata con i reiterati tentativi di break-out sopra i 2,3 dollari. In questi giorni, la commodity sta infatti mantenendosi schiacciata sotto il supporto di 2,2 dollari e verso il target di 2,1 dollari.
La pressione ribassista non accenna a smorzarsi e potrebbe proseguire anche fino al ritorno sul target tondo di 2 dollari. Come più volte ribadito, il rischio di un calo su questo valore è quello di assistere a una nuova e lunga fase di stagnazione, in grado di limitare qualsiasi movimento laterale o di ripresa. Per scongiurare questo scenario, il gas naturale dovrà quantomeno limitare i ribassi sotto i 2,1/2,08 dollari.
Le prospettive di ripresa partirebbero invece da un ritorno sopra il target di 2,2 dollari e verso le resistenze intermedie di 2,22, 2,28 e 2,3 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.