Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano in calo rispetto alla vigilia, sui 65,5 dollari al barile. Il gas naturale, invece, indugia ancora sotto i 3 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI non è riuscito a stabilizzarsi e passa nuovamente in calo, su nuovi minimi relativi intorno al target di 65,50 dollari al barile. Un ulteriore avvicinamento al supporto di 65 dollari significherebbe l’acuirsi della pressione ribassista, con il possibile test di nuovi minimi.
Il gas naturale, invece, è riuscito a recuperare la soglia dei 3 dollari tondi, ma questa fascia di supporto è ancora sotto costante test. Ulteriori arretramenti potrebbero verificarsi già in giornata e solo un ritorno oltre quota 3,20 dollari potrebbe garantire una ripresa duratura.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 65,58 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,005 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe tentare ulteriori arretramenti volti a riportare le quotazioni sui minimi di Maggio, ampiamente sotto quota 65 dollari. I supporti intermedi da individuare, in caso di proseguimento al ribasso, si trovano a 63,8, 62,5 e 62 dollari al barile. Non ritengo però che il petrolio greggio possa rapidamente infrangere questi target nel giro di pochi giorni.
Il supporto attuale a 65 dollari coincide infatti con la media mobile semplice a 100 giorni e potrebbe fornire ancora una certa difesa per le quotazioni del petrolio texano.
Al rialzo, eventuali recuperi dovranno mirare innanzitutto ai livelli abbandonati ieri, tra i 66,5 e i 66,8 dollari al barile. Lo scenario tornerà rialzista in caso di ritorno fin sopra la resistenza a 68 dollari.
Il prezzo del gas naturale rimane invece in bilico sui 3 dollari tondi e non pare in grado di tracciare una chiara tendenza. Appare evidente la presenza di una spinta ribassista che potrebbe condurre il prezzo anche sui minimi relativi sotto quota 2,80$. Tuttavia, la soglia dei 3 dollari tondi potrebbe essere ancora mantenuta e nuovi rimbalzi potrebbero allontanare lo scenario bearish.
Sebbene il gas naturale non sia ancora in area di ipervenduto secondo l’indicatore RSI, già nelle scorse sessioni (29 Luglio) abbiamo osservato una ripresa dopo il test dei 3 dollari tondi. L’ultima volta, l’allungo è stato sufficiente a riportare il gas naturale sui 3,12 dollari.
Nel contesto attuale, un rimbalzo solido e duraturo dovrà spingere la commodity quantomeno sopra quota 3,20$; solo un rialzo di questa natura potrebbe allontanare lo scenario ribassista per qualche tempo.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.