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Petrolio: analisi fondamentale settimanale, previsioni – I trader temono l’uscita della Russia dal patto promosso dall’OPEC

Da:
James Hyerczyk
Pubblicato: May 6, 2019, 05:22 GMT+00:00

L'attuale andamento dei prezzi suggerisce che gli investitori credono che l'Arabia Saudita e i suoi alleati colmeranno qualsiasi deficit derivante dall’inasprimento delle sanzioni contro l'Iran.

opec

Le scorte USA in aumento e l’alleviarsi dei timori rispetto all’offerta sono due dei fattori che hanno spinto i future sul petrolio greggio statunitense West Texas Intermediate e quelli sul benchmark internazionale, il Brent, a chiudere in ribasso la scorsa settimana.

A sostenere i prezzi sono stati ancora i tagli alle forniture promosse dall’OPEC e le sanzioni statunitensi contro il Venezuela e l’Iran, ma un altro salto nella produzione USA combinato con la speculazione che l’Arabia Saudita e i suoi alleati aumenteranno la produzione per compensare eventuali carenze derivanti dall’estensione delle sanzioni contro Iran e la preoccupazione per il fatto che la Russia possa porre fine alla sua partecipazione al piano di tagli alle forniture globali, hanno superato qualsiasi notizia potenzialmente rialzista.

I future sul greggio WTI con scadenza a giugno hanno chiuso la settimana a $ 61,94, in calo di $ 1,36 (-2,15%), mentre i future sul greggio Brent con scadenza a luglio hanno chiuso a $ 70,85, in calo di $ 0,78 (-1,10%).

Rapporto settimanale sulle scorte della Energy Information Administration USA

Il 1° maggio sono stati pubblicati i dati della Energy Information Administration (EIA): nella settimana conclusasi il 26 aprile, le scorte di greggio USA sono salite di 9,9 milioni di barili, superando gli 1,4 milioni di barili previsti dagli analisti.  La scorsa settimana le scorte di benzina sono salite di 900.000 barili, mentre le scorte di distillati sono scese di 1,3 milioni barili (dati EIA).  I trader prevedevano un prelievo di circa 1 milioni di barili di benzina e di 1,2 milioni di barili di distillati.

Le scorte totali ammontano ora a 470,6 milioni di barili; secondo laEnergy Information Administration, le importazioni sono cresciute al massimo da gennaio e i tassi di raffinazione sono scesi al di sotto del 90% della capacità totale.

In settimana la produzione di petrolio degli Stati Uniti è salita leggermente stabilendo un nuovo massimo a 12,3 milioni di barili al giorno. La lettura settimanale era rimasta bloccata tra 12 milioni di bpd e 12,2 milioni di bpd da metà febbraio, con la produzione degli Stati Uniti limitata dalla riduzione di portata degli oleodotti in Texas. Il calo dell’attività di raffinazione e l’aumento delle importazioni sono visti come causa dell’aumento delle riserve di greggio. Gli analisti hanno affermato che la stragrande maggioranza dell’incremento si riscontra nella costa del Golfo degli Stati Uniti, con raffinerie che continuano a decelerare e le importazioni via nave in aumento.

Altre notizie

Fonti ben informate riferiscono che a giugno la produzione dall’Arabia Saudita potrebbe salire per soddisfare la domanda interna di generazione di energia, anche se la produzione rimarrà all’interno della quota indicata nel patto. Il primo paese esportatore al mondo dovrebbe produrre circa 10 milioni di bpd a maggio, leggermente più di aprile ma ancora meno della quota di 10,3 milioni di bpd indicatadall’OPEC.

I prezzi sono stati ulteriormente sotto pressione dopo che la Russia ha riiniziato a pompare petrolio attraverso l’oleodotto Druzhba verso l’Europa occidentale. Inoltre, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca offrono ai loro raffinatori domestici circa 8 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche per compensare eventuali carenze.

Per finire, le imprese energetiche statunitensi, per la prima volta da tre settimane, hanno incrementato il numero di piattaforme petrolifere operative, nonostante il rallentamento della produzione di greggio, con il conteggio degli impianti in calo per cinque mesi di fila a causa dei tagli alla spesa.

Secondo i dati della società di servizi del settore petrolifero Baker Hughes, nella settimana conclusasi il 3 maggio le società hanno aggiunto due piattaforme petrolifere, portando il conteggio a 807, in calo dagli 834 di un anno fa.

Previsioni settimanali

L’attuale andamento dei prezzi suggerisce che gli investitori credono che l’Arabia Saudita e i suoi alleati colmeranno qualsiasi deficit derivante dall’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran. Mentre il Presidente Trump afferma di aver chiesto al gruppo di aumentare la produzione per compensare il calo di esportazioni dall’Iran, il leader defacto dell’OPEC, l’Arabia Saudita, ha dichiarato di non avere un piano immediato per farlo. Ciò non significa che non lo faranno, ma probabilmente significa che si avvicineranno alla situazione con cautela e apporteranno aggiustamenti periodici quando lo riterranno necessario.

Nel frattempo, la più grande preoccupazione a mio parere per i trader è la prossima mossa della Russia. L’OPEC si riunisce a giugno per discutere la politica di produzione. In quell’occasione, la Russia potrebbe rinunciare a tagliare la produzione. Non è un segreto che vogliano perseguire quote di mercato e riprendersi alcuni dei clienti attualmente riforniti dagli Stati Uniti. Questa decisione non solo decreterà la morte dell’accordo promosso dall’OPEC, ma porterà anche più rifornimenti sul mercato. Questo potrebbe far crollare i prezzi nell’intervallo dei $ 50.

La recente azione dei prezzi suggerisce che i professionisti stiano riducendo le posizioni long per prepararsi a questa mossa. Inoltre, sia il WTI che il Brent stanno minacciando di passare sul versante debole della media mobile a 200 giorni, con un’ulteriore liquidazione da parte dei fondi speculativi e di materie prime.

 

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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