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Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – Tutti gli occhi sono puntati sull’Iran

Da:
Armando Madeo
Pubblicato: Jul 24, 2018, 15:47 UTC

I prezzi del petrolio tornano a salire dopo l'annuncio della Turchia e la Cina che lascia uno spiraglio alle esportazioni di greggio Iraniano

Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – Tutti gli occhi sono puntati sull’Iran

Prezzi del greggio in netto recupero oggi con il WTI che alle 17:30 CET guadagna l’1,4% ormai prossimo ai 69 dollari, mentre il benchmark londinese Brent segna un +0,45% dopo aver scambiato l’ultima di Luglio con maggior spinta rispetto al West Texas Intermediate.

La Cina userà l’Iran come arma nella guerra commerciale?

La Cina, il principale acquirente di greggio al mondo, ha importato in media circa 718.000 barili al giorno dall’Iran tra gennaio e maggio di quest’anno. Le importazioni cinesi equivalgono a più di un quarto delle esportazioni di petrolio dell’Iran. La Cina ha recentemente aumentato gli acquisti di petrolio iraniano di quasi il 10% e non si prevede che smetterà di comprare su imposizione di Donald Trump, visto che le sanzioni statunitensi entreranno in vigore a novembre.

Le compagnie europee hanno iniziato ad azzerare i loro acquisti di petrolio dall’Iran, e la minaccia di sanzioni nei confronti degli iraniani ha spinto fuori le banche, molte delle quali in passato avevano pagato severe multe per aver violato le sanzioni. Ma ci si aspetta che la Cina, già il maggiore acquirente del petrolio iraniano, non terrà conto delle richieste degli Stati Uniti. In effetti, le sanzioni petrolifere iraniane potrebbero dare alla Cina un effetto leva sui negoziati commerciali in stallo con gli Stati Uniti.

“Ora che il loro rapporto commerciale con gli USA è in pericolo, perché dovrebbero farlo?” Derek Scissors, studioso residente dell’American Enterprise Institute, ha detto che la Cina sta riflettendo sul da farsi“Se si dicesse ai cinesi, ‘Oh, cancelleremo le nostre tariffe in sospeso fintantoché resterai fedele alle sanzioni iraniane,’ loro si ritireranno dal mercato iraniano in un secondo.”

Lunedì è scoppiata una guerra a suon di dichiarazioni tra Stati Uniti e Iran , con Trump e il suo massimo consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, che hanno risposto con le minacce all’Iran. Le dure parole della Casa Bianca apparentemente sono venute in risposta ai recenti suggerimenti dall’Iran di poter chiudere lo Stretto di Hormuz , una via d’accesso critica per le spedizioni petrolifere globali. La US Energy Information Administration afferma che per volume di transito di petrolio, lo stretto è il punto di strozzatura globale più attivo per il petrolio. Nel 2016, i dati della VIA hanno mostrato che i flussi totali attraverso il canale hanno raggiunto un livello record di 18,5 milioni di barili al giorno. La Cina, il Giappone, l’India, la Corea del Sud e Singapore sono le più grandi destinazioni per il petrolio che si muove attraverso lo stretto.

Martedì , il ministero degli Esteri iraniano ha riferito che avrebbe implementato contromisure contro gli Stati Uniti se tentasse di bloccare le sue esportazioni di petrolio . “Se l’America vuole fare un passo serio in questa direzione, sarà sicuramente soddisfatta con una reazione e contromisure uguali da parte dell’Iran“, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Bahram Qassemi.

Anche la Turchia non rispetterà le sanzioni americane!

Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha definito inadeguate le sanzioni di Washington contro l’Iran, dicendo che Ankara ha dichiarato ai funzionari statunitensi che non si atterrà ai divietiCavusoglu ha detto oggi che le autorità turche hanno trasmesso il messaggio ad una delegazione di funzionari del Tesoro statunitense e del Dipartimento di Stato durante una visita ad Ankara la scorsa settimana. “Una delegazione statunitense ha visitato Ankara. Abbiamo detto loro che non aderiremo a queste sanzioni “, ha detto. “Compriamo petrolio dall’Iran e lo acquistiamo in condizioni adeguate. Qual è l’altra opzione? “

Il ministero ha inoltre sottolineato che l’Iran era un importante vicino per la Turchia e che Ankara avrebbe continuato a monitorare le sanzioni statunitensi all’interno di questo quadro.

Previsioni

Questo continuo susseguirsi di notizie da un capo all’altro del mondo sta mettendo a dura prova i trader del petrolio; da un lato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole tenere bassi i prezzi del petrolio ed allineare le quotazioni del WTI a quelle del Brent, dall’altro egli non fa nulla per evitare tensioni geopolitiche ed aumento dell’offerta, tutt’anzi la sua politica estera rischia in un effetto domino di portare il petrolio nuovamente sui 100 dollari al barile. Gli sviluppi settimanali potrebbero nuovamente ribaltare i fondamentali.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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