Euro Dollaro Balza Verso 1,15. Addio al Consolidamento degli ultimi 2 Mesi?

Forte break-out rialzista del cambio euro dollaro, che nel giro di 24 ore ha definitivamente avviato un trend particolarmente ambizioso, considerando la lunga fase di consolidamento (o meglio stagnazione) in cui sono trascorsi oltre due mesi.

Già nella giornata di ieri, il prezzo era riuscito a estendere i rialzi fino a 1,144, ma in queste ore del 13 Gennaio 2022 la moneta unica sta andando oltre, con l’obiettivo chiaro di testare la resistenza di 1,15.

Precisamente, stamattina alle ore 9:26 il cambio euro dollaro si trova esattamente a 1,1472 (+0,28%). Invece, l’indice del dollaro statunitense segna esattamente 94,73 punti, sotto la resistenza critica di 95 punti.

Previsioni sul cambio euro dollaro

Al livello di prezzo attuale, e considerando l’entità del rialzo delle ultime ore, il cambio euro dollaro si trova finalmente all’interno di un nuovo canale rialzista che, se sfruttato a dovere, potrebbe continuare a stupire.

Il test della resistenza a 1,15, se superato, potrebbe infatti permettere al Fiber di allontanarsi definitivamente dall’area di consolidamento precedente (1,1270-1,1350) e di spingersi verso la resistenza successiva a 1,1525.

Il superamento di questi livelli di prezzo costringerebbe ad aggiornare l’analisi tecnica con nuovi target rialzisti.

Al ribasso, invece, il cambio euro dollaro potrebbe cedere terreno in caso di calo sotto il livello di 1,1420 e poi oltre 1,14, la precedente resistenza e ora supporto di breve termine.

Il ritracciamento rischierebbe di riportare il Fiber nell’area di stagnazione ben nota ai traders, annullando di fatto i rialzi recenti. I numerosi supporti conquistati dal cross potrebbero però riuscire a limitare eventuali pull-back.

Il calendario economico di oggi

Sul fronte europeo, il calendario economico di oggi non presenta dati macro in grado di sostenere la corsa del cambio Euro Dollaro.

Dagli USA, invece, giungeranno diversi aggiornamenti di rilievo che potrebbero impattare sul dollaro statunitense. Tra questi, si segnalano l’indice dei prezzi alla produzione, le richieste di sussidi di disoccupazione e l’asta sui bond a 30 anni.

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