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UBI Banca piano 2022 prevede 665 mln di utili e 2mila esuberi

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Feb 17, 2020, 12:24 UTC

UBI Banca presenta il nuovo piano 2022, il quale prevede 665 milioni di euro di utili e 2 mila esuberi oltre la chiusura di 175 filiali.

UBI Banca

Pubblicato il piano UBI Banca che prevede di realizzare 665 milioni di euro di utile netto al 2022 rispetto ai 251 milioni di euro del 2019, con un ROTE dell’8,3% al termine del piano industriale.

Secondo le stime fornite da UBI Banca il piano industriale sarà in grado di garantire un pay-out medio del 40%, che sarà coerente con il mantenimento di un indice di solidità patrimoniale CET1 ratio del 12,5% a fine anno, scrive Teleborsa.

Più dividendi per gli azionisti

Il gruppo bancario guidato dal Ceo Victor Massiah, potrebbe aumentare il dividendo per gli azionisti nel 2022 se il CET1 ratio dovesse superare il 12,5%.

Il piano prevede comunque dei dividendi in crescita se si manterrà il CET1 su livelli solidi.

Meno personale e filiali per UBI Banca

UNI Banca prevede una riduzione del personale di 2.030 dipendenti. Una cifra che include 300 risorse già oggetto di un precedente accordo sindacale stipulato nel mese di dicembre 2019.

Il piano di riduzione del personale dovrebbe prevedere un parziale ricambio generazionale fanno sapere.

La riduzione di personale da parte di UBI Banca coinciderà anche con la chiusura di 175 filiali sul territorio e la riduzione degli sportelli full cash del 35%.

UBI Banca: un piano con basi solide

Secondo il Ceo Victor Massiah, il piano industriale 2022 di UBI Banca “parte da basi solide, costruite con la partecipazione e l’impegno di tutte le persone di UBI”.

Massiah commenta anche i risultati del 2019 definendoli positivi, grazie alle misure adottate durante l’anno che hanno permesso all’istituto bancario di raggiungere il ratio di crediti deteriorati lordi del 7,8%, che sono tra i migliori del sistema bancario.

Il Ceo fa anche sapere che la banca presenta una struttura di bilancio equilibrata, con forte disponibilità di liquidità e livelli di capitali in crescita.

La tecnologia digitale prende posto

La digitalizzazione della banca prende posto anche in UBI Banca grazie a significativi investimenti che, se da una parte non rinunciano al fattore umano, inevitabilmente se ne deve privare di una parte non più necessaria.

I servizi per i clienti si trasformano per essere più vicini a loro, anzi, direttamente negli smartphone dei clienti, dove di fatto si sposta tutta la banca con i suoi servizi: a cosa serve lo sportello bancario se il bonifico si fa in app e sempre da lì si può controllare lo storico delle operazioni, anche di notte?

Superata la crisi si guarda alla sostenibilità

Dopo dieci anni di crisi affrontati con resilienza, UBI Banca guarda al presente e al futuro con un approccio conservativo, al servizio anzitutto degli azionisti, quindi dei clienti e infine del personale.

La sostenibilità entra a far parte del piano industriale UBI Banca 2022, dedicando una struttura apposita con il compito di agire in modo trasversale e coinvolgendo l’intero gruppo.

Il futuro delle banche passa per meno filiali e meno personale

Già il piano industriale Unicredit ci aveva preparati al taglio di personale (8.500 esuberi di cui 6.500 solo in Italia). Ma se nel caso di Unicredit altre strategie potrebbero essere in atto, in generale è chiaro che le banche per restare al passo con i tempi devono digitalizzare e la conseguenza più diretta è il taglio del personale.

I clienti delle nuove generazioni entrano poco in filiale. Se si tratta di fare un bonifico, controllare la movimentazione, effettuare il pagamento di tasse universitarie e o di compilare un F24, non serve recarsi allo sportello è sufficiente l’applicazione mobile o al massimo l’applicazione via web accessibile dal computer desktop.

Le banche si trasformano in consulenti finanziari e assicurativi, questo è il loro futuro: la consulenza.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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