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Trump, il Fbi e i Russi

Da:
Bob Mason
Pubblicato: May 18, 2017, 16:12 UTC

In questi giorni, poco altro pare attirare l'attenzione dei mercati tanto quanto la rimozione del direttore del Fbi, Comey, da parte di Trump e le ipotesi

Trump, il Fbi e i Russi

In questi giorni, poco altro pare attirare l’attenzione dei mercati tanto quanto la rimozione del direttore del Fbi, Comey, da parte di Trump e le ipotesi secondo cui il presidente degli Stati Uniti avrebbe rivelato informazioni classificate a funzionari russi. I sospetti sono divenuti realtà quando Trump ha confermato le voci via Twitter, giustificandosi affermando che ha perseguito il migliore interesse per gli Stati Uniti e per la Russia.

Tutto ciò considerato, è comprensibile che il Dow Jones abbia perso l’1,78% durante una sessione a scarsa volatilità. L’apprezzamento dello yen ha trascinato il dollaro a 110¥ e l’oro ha sperimentato un rimbalzo di appena il 2%. Intanto, la Fed dovrebbe attuare almeno altre due manovre restrittive nel corso dell’anno.

Per ora, i mercati iniziano a valutare i possibili sviluppi futuri, qualora Trump decidesse che, pur di non venire sottoposto a impeachment, l’opzione migliore sono le dimissioni.

Tutto è cominciato con il licenziamento di Comey nella scorsa settimana. Trump si aspettava che la sua ultima conversazione con il direttore del Fbi sarebbe rimasta riservata. Purtroppo, Trump ha dovuto scoprire che, nel breve periodo trascorso dal suo insediamento, i suoi avversari sono divenuti più dei suoi sostenitori.

Il principale fattore di preoccupazione legato alla rimozione di Comey è nella rivelazione che Trump avrebbe chiesto al direttore del Fbi di porre fine alle indagini su Michael Flynn, già consigliere per la sicurezza nazionale. L’errore di Trump è stato non sapere che Comey aveva preso nota della conversazione: il suo licenziamento non poteva che portare alla pubblicazione della trascrizione.

La rimozione di Comey non ha lasciato i mercati indifferenti.

Durante la settimana, l’oro ha sperimentato un rimbalzo, aumentando del 2,68% nella sessione di mercoledì, quando il dipartimento della Giustizia ha annunciato che Mueller, già direttore del Fbi, indagherà sulle presunte ingerenze della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016.

La notizia è giunta in un momento in cui Trump è sempre più sotto pressione per la vicenda Comey, per le accuse sui suoi legami con la Russia e con i sospetti di un’elezione presidenziale manipolata sempre più forti. Trump ha già riconosciuto di avere condiviso informazioni classificate con funzionari russi durante la scorsa settimana. Un tentativo di giustificazione che non tiene a fronte della gravità del fatto.

Vi è altro che i mercati potrebbero prendere in considerazione nei prossimi giorni? Lo scandalo viene ormai paragonato al Watergate e il confronto potrebbe essere più che fondato. Tuttavia, ci vorrà del tempo prima di sapere se verrà aperto un procedimento di impeachment. Se fosse ancora un uomo d’affari o un amministratore delegato, messo di fronte a un simile scandalo, Trump avrebbe certamente dovuto dimettersi.

L’avversione al rischio che ha distinto la sessione di mercoledì è stata evidenziata dal ribasso del Dow Jones, che ha chiuso con una perdita dell’1,78%, invertendo la tendenza positiva inaugurata all’inizio della settimana. Durante le prime ore della sessione europea, le borse d’Europa si sono mosse similmente: il Ftse 100 ha ceduto l’1,04%, il Cac40 ha perso l’1,08% e soltanto il Dax ha registrato un andamento migliore, con un ribasso di appena lo 0,67%.

Con il Dow Mini che perde 48 punti, all’apertura, i future dovrebbero continuare a muoversi in negativo.

Tuttavia, nei prossimi giorni, i mercati potrebbero entrare in una fase di calma, iniziando a valutare quali sviluppi potrebbe assumere la vicenda di Comey per Trump e il Partito Repubblicano. Ora, le indagini dovrebbero sostenere la propensione al rischio. Tuttavia, la posta in gioco è tanto elevata che non si deve attendere una completa ripresa.

Nei prossimi giorni, cominceranno, inoltre, a fiorire le ipotesi su quanto potrebbe accadere qualora a Trump fosse chiesto di dimettersi o, ancor peggio, se il presidente degli Stati Uniti venisse sottoposto a impeachment. Intanto, l’attuazione delle misure di stimolo pare sempre più lontana e si dubita che il Partito Repubblicano riesca a fare approvare la riforma del sistema tributario. Ormai, l’appoggio del Partito Democratico è, infatti, altamente improbabile.

Con le borse che si muovono in ribasso, il dollaro è riuscito a rimanere stabile: l’indice spot si è mosso in rialzo dello 0,02% per raggiungere quota 97,596. Tuttavia, a causa dell’ansia diffusa, la volatilità dovrebbe permanere.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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