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Tonfo del petrolio provocato dal rapporto sulle scorte – I bassi prezzi incentivano gli acquisti

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jul 9, 2015, 15:21 GMT+00:00

Dopo essersi mosso in costante ribasso nel corso della settimana, il petrolio greggio WTI e il Brent invertono rotta e tornano su terreno positivo.

Tonfo del petrolio provocato dal rapporto sulle scorte – I bassi prezzi incentivano gli acquisti

Tonfo del petrolio provocato dal rapporto sulle scorte - I bassi prezzi incentivano gli acquisti
Dopo essersi mosso in costante ribasso nel corso della settimana, il petrolio greggio WTI e il Brent invertono rotta e tornano su terreno positivo. Giovedì mattina il WTI registra un rialzo di 65 centesimi attestandosi a 52,30$, mentre il Brent viene contrattato a 57,66$, in rialzo di 45 centesimi. Il prezzo del barile rimane in prossimità del minimo della recente gamma di oscillazione, per muoversi in netto rialzo quando i trader sono tornati a interessarsi alla materia prima basso costo.

Mercoledì i mercati sono rimasti sotto tensione a causa delle problematiche di natura geopolitica a livello globale: si pensi al crollo della borsa cinese, alla crisi del debito greco e alle difficili trattative sul programma nucleare iraniano, tutte realtà che potrebbero influenzare gli equilibri fra la domanda e l’offerta a livello globale.

Stando al rapporto settimanale sulle scorte della EIA, nonostante la ripresa delle attività da parte delle raffinerie, nella settimana conclusasi il 3 luglio le riserve di petrolio greggio a scopo commerciale sarebbero aumentate di 400.000 barili, per un volume totale pari a 465,8 milioni di barili. Salgono anche le riserve di benzina, ora che ci troviamo nel bel mezzo della stagione degli esodi estivi.

Mercoledì, in seguito alla diffusione di questi dati sorprendenti, i future sul petrolio greggio USA hanno ceduto oltre l’1%, mentre il prezzo della benzina si è mosso in rialzo in scia a un rafforzamento della domanda in corrispondenza del picco legato agli spostamenti per le vacanze estive.

L’Agenzia di Informazione sull’Energia USA ha dichiarato che la scorsa settimana sono aumentate sia le riserve di petrolio greggio che di benzina e di distillati. La notizia ha colto di sorpresa gli operatori, tanto più che il giorno precedente l’Istituto Americano per il Petrolio aveva invece segnalato una contrazione pari a 1 milione di barili, e gli analisti intervistati in un sondaggio Reuters avevano previsto una contrazione pari a 700.000 barili. “A inizio luglio non si prevedeva un aumento delle riserve di petrolio. Questo mi fa pensare che i dati andranno a sommarsi con andata di vendite legata a fattori macroeconomici e forse andrà a peggiorare ulteriormente la situazione” dichiara David Thompson, vice presidente esecutivo alla Powerhouse, un broker di commodity specializzato nel settore energetico, con sede a Washington.

Secondo Reuters le trattative sul programma nucleare fra Iran e le 6 superpotenze globali si protrarrà oltre la scadenza di martedì. I trader rialzisti temono che, una volta che verrà raggiunto un accordo sul programma nucleare e verranno ritirate le misure sanzionatorie, il mercato possa essere inondato dal offerta di petrolio greggio iraniano.

Nelle scorse due settimane, il barile ah perso l’11% in scia ai crescenti timori legati a una bancarotta della Grecia e con il profilarsi di un accordo sul nucleare iraniano, che potrebbe preludere a un afflusso di un ulteriore milione di barili di petrolio. Un accordo con l’Iran porterebbe al ritiro delle sanzioni economiche punitive che hanno limitato le esportazioni di petrolio del paese. Come sottolineato da un analista “un afflusso del petrolio iraniano potrebbe rappresentare una pressione ribassista sui prezzi del petrolio greggio in un mercato globale già saturato dall’eccesso di offerta”.

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